18 Luglio 2004
Maggiore unità, maggiore partecipazione
Autore: Fabio Bordignon
Fonte: la Repubblica
Maggiore unità, maggiore partecipazione: è questo lo slogan pronunciato dal “popolo di centrosinistra”. Maggiore unità tra le forze della coalizione, insistendo sul progetto della lista unitaria, allargandola ai partiti alleati. Maggiore partecipazione, attraverso il rafforzamento dell´attività sul territorio e il coinvolgimento della base nella selezione del leader. Sono questi i principali spunti offerti da un ampio sondaggio, realizzato da Demos-Eurisko per la Repubblica, che ha interpellato 1000 elettori, certi e potenziali, dello schieramento di centrosinistra.
Ben tre persone su quattro, tra quante voteranno, oppure “potrebbero” votare, in futuro, per il centrosinistra, si dicono convinte che, in caso di elezioni anticipate, la vittoria andrebbe oggi all´attuale opposizione. Tale convinzione, tuttavia, non scaturisce dall´apprezzamento per l´operato delle forze che compongono la coalizione. Anzi: appena la metà degli intervistati si dice molto o abbastanza soddisfatta (50%), mentre l´altra metà si esprime in modo critico. Da dove nasce questa insoddisfazione? Quali sono le richieste avanzate al centrosinistra dal proprioelettorato di riferimento? Quali le strategie politiche suggerite da simpatizzanti ed elettori?
Quella dell´unità e della semplificazione dell´offerta politica si propone, innanzitutto, come scelta particolarmente gradita alla “base”.
Il 77% degli intervistati si pronuncia in favore del partito unico; L´80% (con punte del 90% tra gli elettori della Margherita e dei Ds) valuta positivamente la recente esperienza del “listone”;Più di tre persone su quattro chiedono, peraltro, di proseguire su questa strada (76%); Il 52% vedrebbe con favore l´estensione del progetto unitario ad altre forze dell´alleanza.
Tra queste, il partito dei Verdi – il cui ingresso è visto positivamente dal 40% – si propone come principale candidato, ma percentuali elevate si registrano anche per gli altri partiti dell´area di centrosinistra, inclusa Rifondazione (33%). Più in generale, l´alleanza con il partito di Bertinotti viene considerata necessaria dalla maggioranza degli intervistati (innanzitutto dai suoi stessi elettori): il 31% vede senza riserve la sinergia tra Rifondazione e le altre formazioni del centrosinista, il 40% la considera comunque necessaria ai fini del successo elettorale, sebbene potrebbe generare problemi nei rapporti interni alla coalizione. Allo stesso tempo, la propensione all´estensione (strategica) dell´alleanza si spinge oltre i confini (tradizionali) del centrosinistra. Quasi una persona su due, per aumentare le chance di vittoria, in vista delle prossime regionali, “accetterebbe” il contributo dell´Udc. I veti crescono nel caso della Lega (13%), sebbene nelle regioni di Nord Ovest il numero dei “possibilisti” salga fino al 23%. L´apertura verso l´Udc si combina alla necessità (percepita) di conquistare l´elettorato moderato e di centro. Ben il 50% ritiene (più) opportuno spingere in questa direzione, che tale sforzo sia preferibile all´elaborazione di una proposta politicachiaramente “di sinistra” (38%).Le persone intervistate chiedono, inoltre, di essere maggiormente coinvolte nella vita dei partiti e della coalizione, di poter partecipare direttamente alle scelte che la riguardano. Innanzitutto, il 73% giudica prioritario potenziare l´organizzazione sul territorio delle formazioni di centrosinistra, mentre solo il 21% predilige una strategia di tipo mediatico, che preveda una crescita della presenza sui giornali e nelle televisioni. La maggioranza degli intervistati, allo stesso tempo, spinge per una democratizzazione dei meccanismi di selezione dei leader, attraverso l´introduzione di vere e proprie elezioni: l´8% le vorrebbe aperte ai soli iscritti, mentre il 57% chiede primarie aperte a chiunque intenda prendervi parte.A tali richieste corrisponde una forte propensione alla partecipazione. Più di otto persone su dieci, tra quelle intervistate, prenderebbero parte alle eventuali primarie. Ma chi uscirebbe vincitore, allo stato attuale, da questo tipo di consultazione? Chi sarebbe designato come candidato alla presidenza del Consiglio? Chi per la poltrona di vicepremier? Non sorprendentemente, Romano Prodi si colloca in cima alla lista dei possibili candidati. Ma, sorprendentemente, le sue preferenze si fermano al 22%, e dietro di lui troviamo, a non molta distanza, una folta schiera di leader “alternativi”: Rutelli (11%), Veltroni (10%), Cofferati (10%), D´Alema (9%), per citarne solo alcuni. Per quanto concerne, infine, la poltrona di “vice”, la graduatoria emersa dal sondaggio vede in prima posizione Rutelli (12%), seguito da Fassino (10%) e Veltroni (10%). Combinando assieme le due indicazioni, il quadro risultante appare ancor più frammentato: i ticket più gettonati (ma tutti con percentuali piuttosto basse: 3%) sono quelli che vedono Prodi in corsa come premier, in coppia con D´Alema, Fassino o Rutelli.