ROMA – Basta Federazione dell´Ulivo, basta riunioni. «È inutile rimettere mano a formule organizzative che oggi non hanno più senso. Quindi, è inutile riconvocare la Fed». È un de profundis, una presa d´atto senza appello. Massimo D´Alema «congela» la creatura più cara o meglio la iberna fino a data da destinarsi. Quella che doveva essere la base della lista unica e in seguito del partito riformista, non c´è più.
«E certo non è colpa di Prodi», dice il presidente dei Ds che parla durante l´ufficio di presidenza dei Ds, il comitato politico della Quercia in cui tutte le correnti sono rappresentate. La riunione c´è stata martedì sera e l´uscita del presidente del partito è particolarmente piaciuta alla minoranza, da sempre contraria all´alleanza stretta dei partiti riformisti.
S´inaugura adesso il periodo della competizione con la Margherita. «Non possono pensare di tenerci imbrigliati nella Fed mentre loro fanno accordi con l´Udeur e con altri», ha spiegato D´Alema.
In effetti adesso il partito di Rutelli è diventato il principale sponsor della federazione dell´Ulivo: portavoce unici, gruppi parlamentari federati… Su tutto questo, D´Alema mette una pietra sopra.
Ognuno gioca per sé. E i Ds forse sanno che Dl punta anche ad altre alleanze, persino ad attirare lo Sdi di Enrico Boselli, il partito con cui ha più polemizzato nei giorni della fine del listone.
In pratica, il tentativo è quello di ricreare una piccola fed di riformisti all´ombra del fiore rutelliano. E di lasciare che i Ds si occupino dello spazio a sinistra. È una linea politica che non può non spaventare D´Alema, ma anche, e molto, Piero Fassino.
Il segretario fa capire che «non c´è nessun motivo di introdurre ulteriori elementi di divisione del centrosinistra». È reduce da una mediazione di successo, ma rischiosa e non vuole ricominciare una battaglia immediata. Ricorda il lavoro di ricucitura nei rapporti tra Prodi e Rutelli: «Eravamo davverso sull´orlo del burrone».
Però neanche lui rinuncia a competere: «Io lavorerò perché i Ds siano il primo partito della coalizione», dice ai leader delle correnti. Molti, nel vertice di martedì sera, hanno colto accenti diversi tra il segretario e il presidente.
«Il progetto dell´Ulivo resta. Già oggi l´Unione ha bisogno della guida riformista», è la posizione espressa da Fassino a Sky Tg24 sulla falsariga di quello che aveva detto al comitato politico.
Non un congelamento, dunque, ma uno stand-by, un´araba fenice destinata a risorgere dalle proprie ceneri. Magari non domani, ma dopodomani sì. D´Alema però non vuole lasciare spiragli adesso, in questa campagna elettorale.
«Se la Fed dev´essere lo strumento che la Margherita usa per tenere imbrigliata la Quercia in una prospettiva dimezzata, allora meglio lasciar perdere e avviare una competizione a tutto campo». Con Rutelli, con la Margherita. Pierluigi Bersani attacca: «Noi non accettiamo ruoli che altri vogliono ritagliarci. E cioè fare la sinistra del centrosinistra».
Cesare Salvi ha la posizione opposta: maggiore attenzione a quel campo trascurato per inseguire chimere riformiste. Il leader del correntone Fabio Mussi fa notare che «la minoranza ha sempre messo in guardia il partito dall´avventura della Fed. Oggi è il momento di cambiare linea».
Fassino ha ascoltato e si è infastidito solo quando Fulvia Bandoli ha fatto notare che tra i candidati annunciati per le primarie non c´era, come al solito, neanche una donna. «Vi prego, non mettiamo altra carne al fuoco», ha risposto.
Per il segretario tenere viva la fiammella della federazione significa continuare a credere in maniera convinta in un orizzonte e non bruciare il lavoro degli ultimi anni e dell´ultimo congresso. Un lavoro che gli viene rimproverato dalle minoranze diessine e che oggi verrà esaminato a lungo nella direzione del partito.
Giovanna Melandri, nella riunione di martedì, ha fatto osservare che «la Fed è stata vissuta come un´esperienza riservata ai ceti politici. Le primarie forse sono un´occasione per farla rinascere dal basso».
Per Bersani «le primarie saranno il momento in cui l´Ulivo tornerà a vivere quando Margherita, Ds e Sdi voteranno compatti per Prodi». Molti si affidano al Professore perché l´Ulivo torni a battere un colpo. Ma intanto è competition. E per D´Alema il modo migliore per iniziarla è «chiudere» la Federazione.