3 Novembre 2005
Leo Luca Orlando: “Borsellino contro Cuffaro”
Autore: Ninni Andriolo
Fonte: l'Unità
Una sfida per il governo della Regione che rappresenta, secondo
Leoluca Orlando, «la fotografia perfetta della Sicilia di oggi…»
Onorevole, lei fa ancora parte della Margherita?
“Certo, sono anche membro della direzione nazionale..
È il suo collega Salvatore Cardinale a porre l’interrogativo…
Rispondo ricordando che sono proficuamente impegnato anche per promuovere
il tesseramento alla Margherita. Poi vedremo nelle sedi congressuali quanto contano in Sicilia
gli ulivisti…”
Gli stessi ulivisti che si schierano a favore di Rita Borsellino contro le indicazioni del loro partito…
“Io faccio parte di un partito che ha accettato, come gli altri
dell’Unione, l’idea straordinaria delle primarie. Queste producono un
mutamento di cultura politica. Negli Stati Uniti le primarie si fanno
per scegliere il candidato di un partito che non c’è, perché
democratici e repubblicani sono più che altro comitati elettorali. Da
noi, all’opposto, servono per decidere un nome di sintesi proprio
perché ci sono molti partiti. Sono collegate al nostro bipartitismo
pluripartitico. Per questo devono essere libere…”
I partiti non possono indicare candidature quindi?
“È loro dovere indicarle o appoggiarle. Ma nelle primarie non può valere la
disciplina di partito.
E io posso votare per un candidato diverso da quello suggerito dalla
formazione politica alla quale appartengo. La disciplina si sposta dal partito alla coalizione.”
I partiti però sono stati decisivi per la vittoria di Prodi alle
primarie…
“Certo e io, che a volte ho criticato i Ds, ho suonato l’inno per come la
Quercia ha lavorato per sostenere Prodi. Il tema non è l’impegno dei partiti, ma
la libertà di voto dell’elettore. Se così non fosse le primarie sarebbero una
sorta di referendum che vede contrapposti gli aderenti ad un partito contro gli
altri.”
Secondo Marini lei si oppone a Latteri
perché un centrista alla Regione sbarrerebbe la strada a un candidato
centrista al Comune di Palermo. Cioè a Leoluca Orlando…
“Se è per questo Marini dice anche che io sono diventato un problema per la
Margherita. Io ritengo invece che per il partito sia un problema il fatto che Marini non comprenda
di cosa stiamo parlando. E cioè,che non si possono imporre diktat in una
competizione libera come quella delle primarie. Sia che si tratti di scegliere
il presidente della Regione, sia che si tratti di scegliere il sindaco di Palermo o di qualunque altra città.”
Traducendo, lei voterà per Rita Borsellino e non per Latteri. Giusto?
“Certo e come me si comporteranno centinaia di circoli della Margherita
siciliana. La mia opinione è che, dopo questi anni di sfascio del governo Cuffaro, sia assolutamente
necessario presentare una candidatura radicalmente alternativa. In una terra
come la Sicilia tra l’originale e la fotocopia si sceglie sempre il primo..”
Sta sostenendo che Latteri è la fotocopia di Cuffaro?
“Quando Latteri è transitato nel centrosinistra, facendo una
scelta coraggiosa che apprezzo, io sono stato contento. Di più. Ho
fatto decine di incontri per sostenerlo come candidato della lista
unitaria alle europee. Ma un conto è appoggiarlo perché faccia il
parlamentare, altro è sostenerlo perché faccia l’alternativa a Cuffaro.
Non bisogna dimenticare che nel 2001 Latteri ha appoggiato l’attuale
presidente della Regione.”
Ha cambiato opinione, però…
“E io lo stimo per questo. Non ho alcun problema perché Latteri si candidi
per qualunque altro incarico. Ma non come alternativa a Cuffaro. I siciliani non lo considerano
tale.”
C’è chi sostiene che sia il candidato più forte da opporre a
Cuffaro…
“Per vincere le regionali ci vogliono due elementi. Primo che i
dirigenti nazionali e regionali dei partiti siano convinti che si possa
vincere. In politica si sbaglia quando si è sicuri di vincere e quando
si è sicuri di perdere. A livello nazionale corriamo il primo rischio.
In Sicilia il secondo.”
L’altro elemento?
“Che ci sia un candidato che riesca a interpretare le esigenze di
una realtà. A livello nazionale lo fa benissimo Prodi. In Sicilia può
farlo solo chi è culturalmente alternativo a questo governo regionale.
A fronte di un Cuffaro emblema della cultura della illegalità, Rita
Borsellino è uno dei simboli della cultura della legalità.
L’obiezione è che sarebbe digiuna di meccanismi di governo.
Nell’isola c’è stata una devastazione culturale che ha alimentato
la cultura della mafia, della illegalità e della clientela. La Sicilia
ha bisogno innanzitutto di rifarsi la faccia. Non puoi spingere gli
investitori a investire e non puoi domandare agli onesti di fare il
loro dovere se non hai un’immagine credibile. Rita Borsellino è una
delle immagini alternative più credibili della nostra terra.
Solo dopo aver ridato credibilità all’isola viene fuori la verifica dell’amministrazione.
Ma il centrosinistra non può proporre la politica dei due tempi…
Rita Borsellino avrà la prudenza, l’intelligenza, la sensibilità di
attrezzarsi. Chi viene scelto per una ragione simbolica non è detto che non trovi in se stesso, e
nella squadra che lo circonda, gli strumenti per operare concretamente. Rita,
tra l’altro, non è soltanto la sorella del giudice Borsellino. Sono passati 13
anni dalla morte di Paolo e da allora a oggi si è costruita un suo protagonismo
e una sua credibilità.