ROMA – «Prodi è in campagna elettorale, il suo compito è mobilitare la gente e proporre il suo modello di partecipazione. Che è un modello diverso da quello della destra». Giulio Santagata, l´amico politico di Romano Prodi più fidato, spiega la strategia del Professore. L´imbarazzo che attraversa i partiti della federazione e del centrosinistra rispetto all´attacco contro i «mercenari» di Forza Italia, non lo spaventa. Anzi, avverte tutti, avversari e alleati: «Abbiamo già un riscontro positivo alle parole di Prodi. Centinaia di mail e di fax di persone che vogliono dare una mano, collaborare con noi». Iginio Ariemma, motore dei cittadini per l´Ulivo, reduce dall´assemblea di Montecatini dove il Professore ha lanciato la sua rincorsa al 2006, conferma: «Il clima è ottimo. I nostri comitati sono oggi 280, ma in questi giorni sento parlare di nuove iniziative in Sardegna, a Gorizia, in Calabria». Un attivismo che viene attribuito anche ai primi punti chiave del programma prodiano, alle ricchezze da valorizzare sottolineate proprio a Montecatini: giovani, immigrati, Mezzogiorno, Mediterraneo.
In vista delle regionali e delle politiche, Prodi vuole segnare nettamente il confine tra centrodestra e centrosinistra, un confine che non sempre è stato marcato con chiarezza in questi anni. «A cominciare dai modelli di partecipazione. Non sono due Italie diverse, ma sono diverse le risposte, quella dei volontari dell´Ulivo e quella dei collaboratori a pagamento del premier», dice Santagata. Il deputato prodiano piuttosto è stupito che nessuno, neanche nell´opposizione, si sia ribellato con forza all´idea di mille nuovi professionisti della politica, «che sono l´insieme di quelli che oggi lavorano per tutti i partiti». Resta il fatto che ieri hanno taciuto i leader di Ds e Margherita, un silenzio che ha il sapore della sorpresa rispetto all´attacco ai «mercenari» di Forza Italia. Questo pomeriggio, al vertice della federazione con Prodi, una parte della discussione potrebbe spostarsi proprio sul metodo di comunicazione scelto dall´ex presidente della Ue. Nella Margherita si parla sottovoce di «sconcerto», i Ds difendono Prodi dalle accuse del Polo, ma anche a Via Nazionale sono rimasti stupiti per la parola usata da Prodi. Clemente Mastella, che in questo momento è fra gli alleati più fedeli al Professore, si concede invece la libertà di segnalare l´errore, «di dare consigli visto che non ci permettono di dare altro». «Prodi non dev´essere arcigno, ma pacato, diretto, immediato. Non deve copiare Berlusconi – spiega il segretario dell´Udeur – . Io non avrei detto mercenari, ma l´intenzione non era cattiva. La verità che mille persone assunte sono tante e fanno impressione, soprattutto a partiti e coalizioni che vivono di stenti». C´è quindi il timore di uno strapotere economico oltre che mediatico difficile da colmare. Osserva Santagata: «I “mille” del Cavaliere potrebbero costare anche venti milioni di euro, tre volte quello che è costata l´intera campagna della lista unitaria alle Europee…». Quindi il volontariato ulivista è «una strada più faticosa, un modello difficile, ma veramente partecipato». E obbligato. «Se i volontari del ?96 erano stati centomila, questa volta devono essere molti di più…», ha detto Prodi sabato.
Al vertice di oggi saranno sul tavolo regionali, lista unitaria e la manifestazione di sabato contro la Finanziaria a Milano, altro momento di partecipazione voluto con forza dal Professore. Ma le polemiche sul Prodi che «copia Berlusconi», come dice Mastella, potrebbero riaffiorare. Lunedì scorso Massimo D´Alema aveva avvertito il centrosinistra durante il seminario di Italianieuropei con i sondaggisti: «Noi dobbiamo riscaldare il cuore dei nostri, ma senza riscaldare il cuore degli avversari, possibilmente…». Il socialista Roberto Villetti dice che è successo un po´ questo dopo il discorso di Montecatini, ma «non bisogna gettare la croce addosso a Prodi, questa è la campagna elettorale». Dice Santagata: «La diversità va espressa, dimostrata, anche nel modo in cui si attiva il proprio elettorato. Loro raddoppiano il personale politico, noi cerchiamo la partecipazione. E non ci vengano a dire che quel modello è nuovo e il nostro è obsoleto. Bastava leggere il sito di Howard Dean durante le primarie. Ai collaboratori si chiedeva se avevano un´auto propria, dove potevano alloggiare, se avevano bisogno di un buono pasto. Insomma, si cercavano volontari autentici». Mastella però insiste: «Prodi faccia finta che l´avversario non esista. Se Berlusconi ne mette mille e io rilancio con diecimila, che facciamo? Garibaldi da una parte e Bixio dall´altra?».