28 Luglio 2005
La responsabilità delle regole
Autore: Francesco Giavazzi
Fonte: Corriere della Sera
Trentotto per cento, di tanto sono aumentati in meno di cinque anni i costi dei servizi bancari: quasi 10 per cento l’anno, 7 punti più dell’inflazione. Aumenti impiegati per pagare i costi di banche che, anche dopo le ristrutturazioni, rimangono tra le più costose e meno efficienti d’Europa. Per coprire crediti andati a male, accordati senza chiedersi, ad esempio nel caso dei finanziamenti alla Fiat, se acquistare centrali elettriche avrebbe aiutato a costruire automobili migliori. Per far crescere i profitti e quindi anche il valore delle stock option degli amministratori.
Una ricchezza prelevata alle famiglie e alle imprese. Non tutte, per la verità. Alcuni imprenditori, indebitati fin sopra i capelli, sono diventati, talvolta grazie ai finanziamenti delle banche stesse, loro azionisti. Da debitori di riferimento, azionisti di riferimento, siedono nei consigli di amministrazione delle banche e ottengono, immagino, servizi a condizioni privilegiate.
Che cosa ha fatto il Governatore, che strenuamente difende i suoi poteri in materia di antitrust, per portare un po’ di concorrenza in questo mercato Quali indagini ha ordinato per accertare se il prezzo dei servizi è fissato da un cartello I cartelli si scoprono ordinando ispezioni a casa degli amministratori, aprendo i computer, chiedendo alla magistratura intercettazioni telefoniche. La leggerezza con la quale Fazio ha usato il telefono dimostra quanto sia lontana la Banca d’Italia dalla cultura di una moderna autorità antitrust.
Che cosa ha fatto per abbattere le barriere all’ingresso, per consentire l’arrivo di banche più efficienti Un conto alla Hong Kong e Shanghai, la migliore banca al mondo, non ha costi, balzelli, nessuna delle mille scuse che ogni mese sottraggono alle famiglie italiane 20 o 30 euro dal conto corrente. Proprio per questo olandesi, spagnoli, cinesi sono tenuti lontani: per non correre il rischio che, una volta arrivati, improvvisamente ci si accorga che il re è nudo.
Leggete sul sito di Mediobanca il rapporto sui fondi di investimento italiani, quasi tutti di proprietà di banche. In pochi anni hanno bruciato, rispetto a un investimento in Bot, quasi 100 miliardi di risparmio, nonostante costi che sono fra i più alti al mondo.
Abbiamo perso un punto di quota nel commercio mondiale, eppure, nonostante margini ridotti all’osso, alcuni imprenditori continuano a esportare: Cerutti, Brevini, la Brembo, Albini e tanti altri. Continuiamo a dimostrare a questi imprenditori che per arricchirsi basta rivendere le case acquistate alle aste pubbliche e poi chiedere al Governatore qualche buon consiglio per gli investimenti, oppure gestire servizi elettrici, telefonici, autostradali, assicurativi in regime protetto.
Fra qualche anno di imprese che esportano ne rimarranno pochine. A quel punto venderemo sì le nostre banche all’estero, ma per pagare il petrolio e non dover spegnere la luce. E’ mai possibile che Fassino e D’Alema sembrino non capirlo Il futuro di questo Governatore dipende da lui stesso, e forse ormai dai magistrati. Ma la responsabilità delle regole è del governo e del Parlamento. Che cosa aspetta il ministro dell’Economia a proporre l’attribuzione per decreto dell’antitrust bancario all’Autorità per la concorrenza.