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5 Luglio 2005

La Margherita archivia la scissione nasce il correntone ulivista anti Rutelli

Autore: Lavinia Rivara
Fonte: la Repubblica

ROMA – Scissione archiviata nella Margherita con la nascita di una componente interna di minoranza guidata da Arturo Parisi. Un correntone “ulivista” al quale viene garantito il 20 per cento della rappresentanza parlamentare e che ha già debuttato online con un sito autonomo.

Francesco Rutelli invita a non considerare «irreversibile» la mancata unità. E minimizza Franco Marini: «Rientra tutto nella normalità democratica». «Quello che era stato detto è stato fatto», sintetizza Romano Prodi, ricordando di essersi speso per evitare la lacerazione.

Si chiude così, almeno per ora, la guerra apertasi nei dielle con il no di Rutelli e Marini alla lista unitaria dell´Ulivo. La tregua siglata ieri dalle due anime della Margherita nella riunione della direzione è l´ultimo tassello dell´opera di ricomposizione del centrosinistra, avvenuta essenzialmente con la scelta delle primarie e, soprattutto, con la rinuncia di Prodi a presentare comunque il listone.

Una rinuncia che il Professore ha ribadito anche ieri, così come ha fatto Parisi, spazzando via le voci di una nuova offensiva da rilanciare all´indomani delle primarie. Ciò non significa però un addio al progetto.

«Se il centrosinistra vincerà le elezioni è evidente che discorsi che oggi sembrano chiusi possono riaprirsi: cercheremo allora di scongelare l´Ulivo», spiega Parisi al termine di una direzione in cui non ha esitato ad esprimere «disagio, amarezza, sconforto e rabbia» per il naufragare del progetto.

Ma rivendica alcuni risultati ottenuti nel documento approvato all´unanimità, ovvero i principi alla base della fondazione del partito: la scelta per una democrazia bipolare, la collocazione nel centrosinistra, il no al trasformismo, con il tentativo ulivista di arginare i transfughi della Cdl.

Sono concetti che riprende anche Rutelli nella sua relazione, compreso l´obiettivo “a medio termine” di approdare al partito democratico. Sono stati proprio gli ulivisti, nei 15 giorni di trattativa che hanno portato all´intesa di ieri, a insistere per evidenziare questo punto, che non può certo far piacere ai Ds, il cui orizzonte è semmai quello di un partito riformista ancorato al socialismo europeo.

Ma Parisi va avanti lo stesso: «Questa è la linea su cui ci siamo mossi da sempre e che pone alla Margherita l´obiettivo di superare se stessa. Per noi il partito democratico è sempre stato sinonimo di Ulivo. Certo, se poi viene interpretato come un obiettivo di parte… ».

La direzione di ieri comunque si è limitata a ratificare un´intesa già definita, anche se dopo le introduzioni di Rutelli e Parisi alcuni interventi di esponenti della maggioranza rischiavano di far riaprire la discussione. Tanto che Pierluigi Castagnetti si è affrettato a proporre di votare subito il documento.

L´accordo prevede il mantenimento delle cariche da parte di Parisi (presidente dell´assemblea federale) e di Willer Bordon (capogruppo al Senato), nonché la permanenza degli ulivisti nell´esecutivo (anche se abbandoneranno gli incarichi operativi). Risolto per ora il problema della rappresentanza parlamentare.

Alla minoranza viene garantita una quota del 20 per cento, in base agli schieramenti fotografati all´assemblea di maggio: ciò significa – dicono gli ulivisti mettendo le mani avanti – un quinto dei collegi sicuri spettanti ai dielle.

Ci sono poi alcuni nodi irrisolti, come quello delle finanze del partito, citato da Parisi nel suo intervento: gli ulivisti vorrebbero esercitare un controllo sulla gestione attraverso un comitato già previsto, al quale pero – sostengono – viene impedito di lavorare. Il 16 luglio la minoranza chiamerà a raccolta i propri quadri per lanciare autonome iniziative. La convivenza non si prevede facile.