2222
4 Marzo 2005

L´abbraccio con il Professore archivia lo strappo del ’98

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

VENEZIA – Prodi e Parisi hanno addirittura sentito Bertinotti parlare di Ulivo: «Un lapsus freudiano – dice il Professore – ma è stato un passaggio interessante». Il presidente dell´Assemblea federale della Margherita è in brodo di giuggiole: «Stava parlando di Vendola e lo ha definito il candidato dell´Ulivo. Quello è il nostro vero nome, un nome antico ma è l´unico che abbiamo per chiamare il nostro progetto. E vale anche per Bertinotti». Il segretario di Rifondazione ribatte: «Se lo sono inventato ho parlato solo di Unione, mai di Ulivo. Parisi ha un chiodo fisso…». Sudato e abbracciato dai militanti Fausto sorride, scherza sull´ossessione prodiana e non vuole certo mandare tutto all´aria per una battuta.
La prima giornata del congresso di Rifondazione suggella l´intesa tra il Professore e il leader comunista. Prodi, insieme con Fassino, ascolta per intero le 44 pagine della relazione mentre Francesco Rutelli e Cossutta lasciano dopo pochi minuti il Palazzo del Cinema: coincidenze, voli, aeroporti a rischio chiusura per neve, non c´è tempo da perdere. Ma Prodi resta inchiodato alla sua poltroncina. Il Professore, dopo essere sbucato dalla bufera di neve, «rimprovera» solo l´organizzazione: «A Venezia si viene a giugno, non di inverno». Bertinotti risponde con ironia: «Ma tu sei l´uomo della Provvidenza, giusto?».
Niente fischi, per il leader dell´Unione. Ma applausi e l´abbraccio liberatorio con Fausto, sette anni dopo la crisi del ?98. «Non era scontato. Io non pensavo ai fischi ma a un´accoglienza molto più fredda. Invece questo congresso sa trasmettere calore», commenta Bertinotti, soddisfatto. Rassegnati anche gli oppositori, persino Claudio Bellotti, leader di una mozione che senza giri di parole, si chiama «Rompere con Prodi»: «Nessuna contestazione, è vero. Ma non c´era il clima adatto. Voglio vedere però cosa succederà tra due o tre anni, quando andremo al governo». Per un gioco del destino è capitato anche che Bellotti e Prodi fossero, per le due ore e passa della relazione, seduti proprio uno di fronte all´altro. «L´ho guardato mentre si ciucciava la relazione di Bertinotti e prendeva appunti. Secondo me pensava: guarda che mi tocca fare per diventare premier».
Prodi dice: «Di patrimoniale non c´è traccia. Si parla solo di sistema fiscale ponendo il problema di un equo rapporto tra mondo del lavoro e capitale. Sono gli stessi interrogativi della classe imprenditoriale, è giusto che li affrontiamo anche noi». Prodi è convinto che Rifondazione comunista «sia oggi un partito riformista che vuole stare in una maggioranza riformista». Smorza le polemiche sul no alla proprietà privata: «Era solo una battuta. La verità è che ora si può costruire un´alternativa robusta e forte. E che duri».
Se Prodi ammette che sulla Costituzione europea le differenze pesano, il suo braccio destro Santagata invece ha contato «i tanti riferimenti all´Europa, un altro punto di incontro». Insomma, la festa non va rovinata. Piero Fassino, l´inventore della formula del timone riformista, non fa polemiche: «La sfida a sinistra con Rifondazione? Vedremo – risponde sornione – . La novità di oggi rispetto al 2001, è che Bertinotti mette la sua radicalità dentro il centrosinistra. Questa è la premessa necessaria per camminare insieme». E ormai è chiuso anche il capitolo della fiducia reciproca, del sospetto su un partito che ha già avuto la forza di far saltare tutto. «Inutile fare i tarocchi a Rifondazione. Le storie passate le approfondiremo ma da tutte e due le parti», avverte il leader del Correntone Fabio Mussi per dire che le colpe, sette anni fa, non erano da una parte sola. Per Bertinotti l´altro grande applauso implicito a Prodi è quello al suo discorso. «Un´accoglienza straordinaria – dice – , assolutamente nuova per Rifondazione. Non è mai stato così». E´ passata, nel cuore del partito la linea governista, come la chiamano gli oppositori. Non c´è alternativa «all´alternativa di società» indicata dal segretario. E quindi all´alleanza con l´Unione, al suo leader, Prodi.