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4 Luglio 2007

In Senato ultima chance per evitare il referendum

Autore: Maria Grazia Bruzzone
Fonte: La Stampa

Arturo
Parisi invita tutti ad «assumersi le proprie responsabilità», visto che, mentre
la raccolta delle firme per il referendum scade fra un mese, a un anno
dall’impegno profuso dal governo per cambiare la legge elettorale, «non è
stato nemmeno presentato un testo nella commissione Affari Costituzionali
del Senato». A dispetto di ciò, il presidente della Commissione Enzo Bianco
proporrà oggi alla commissione la bozza del suo ddl di riforma del
«porcellum», pubblicamente denigrato da tutti i partiti, che potrebbe bloccare
il referendum. Non solo.

La bozza, per quanto in una prima versione, aperta,
e relativa per ora (volutamente) solo alla Camera, potrebbe raccogliere il
consenso di tutti, con un mix di collegi proporzionali, premio di
maggioranza alla coalizione sopra una certa soglia e uno sbarramento piuttosto
basso, sul 2-3%, più altre novità. «E? il minimo comun denominatore non solo
della maggioranza ma anche dell?opposizione», si sbilancia Bianco. Non
diversamente la pensa Paolo Naccarato, sottosegretario del ministro delle
Riforme Vannino Chiti, dal cui testo è partito il presidente della
commissione nel suo paziente lavoro. Un «ottimismo razionale», quello di
Naccarato, che osserva: «Se mi si chiede di individuare un nemico di questa
bozza, non lo vedo».

Non importa che il capogruppo azzurro a Palazzo Madama
Renato Schifani metta le mani avanti, affermando laconico che «nella Cdl,
tranne l’Udc siamo tutti a favore della proposta D?Alimonte», variante
minimalista del «porcellum» che si limita a estendere al Senato il premio di
maggioranza nazionale per evitare l?attuale ingovernabilità. Bianco scrolla
le spalle: «Vedremo». Vedremo oggi, appunto. Dopo la presentazione della
bozza Bianco, che seguirà a una sintetica illustrazione di tutte le proposte
di riforma che giacciono a palazzo Madama. Ultima delle quali, un ddl
presentato unitariamente dall?Ulivo che propone il sistema maggioritario
francese, sulla cui novità insiste il responsabile Istituzioni della Quercia
Marco Filippeschi, sottolinando che «anche la Margherita si è convinta» e
che Walter Veltroni lo ha indirettamente sponsorizzato nel suo discorso del
Lingotto. Il fatto è che, tranne An e qualche apertura dell?Udc, quel
sistema non piace a nessun altro, soprattutto è inviso ai piccoli partiti.
«E gli autori di quella proposta lo sanno benissimo», aggiunge Bianco, che
di suo preferirebbe il modello tedesco, ma si è dovuto adattare ai
desiderata di ciascuno, come del resto chiedeva il governo, favorevole a un
accordo bipartisan.

Bianco non vuol entrare nel merito. Si limita a dire che
«il punto di partenza è la bozza Chiti» ma aggiunge che sono state introdotte
novità importanti prese dal modello tedesco «sul quale c?è un crescente
consenso». Per esempio, «per quanto riguarda i collegi e il rapporto fra
eletto e elettore». Uno dei nodi è infatti modificare le liste bloccate del
?porcellum? dove i candidati sono scelti solo dai partiti, «ma senza tornare
alle preferenze», spiega Bianco. Preferenze che invece vengono auspicate
dall?esponente dell?Idv Pino Pisicchio, secondo il quale l?Italia non sopporta
uno schema bipartitico. Quale uscirebbe dal referendum. «Ma il testo Bianco,
se passasse, sarebbe in grado di fermare il referendum, da un punto di vista
giuridico?», chiede Filippeschi.