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27 Ottobre 2005

Il Professore e i vertici ds apprezzano il documento. Ma nell´Unione non tutti sono convinti: i dubbi di Franceschini e Caldarola

Autore: Giovanna Casadio
Fonte: La Repubblica

ROMA – Francesco Rutelli ha cominciato a lavorarci in nottata. Tocca a lui
presentare oggi all´Assemblea della Margherita il documento sulla «svolta» del
partito: revocare cioè, la decisione di maggio che diceva “no” alla lista
unitaria, per imboccare invece la strada dell´Ulivo di Prodi e del partito
democratico. Non proprio una passeggiata: gli ulivisti di Arturo Parisi lo hanno
messo ben in chiaro nell´ufficio di presidenza di ieri sera, chiedendo «una
decisione improntata alla lealtà e alla verità». E insistendo anche per una
presa di posizione sul “partito delle primarie”. Parisi e Giuliano Amato martedì
hanno lanciato l´appello-manifesto su Repubblica. Romano Prodi ha dato il via
libera e il segretario dei Ds, Piero Fassino lo ha rilanciato, ieri: è la
risposta giusta, la strada da imboccare. Spetta quindi a Rutelli dire la sua nel
documento che segnerà oggi il «cambio di marcia» di Dl, dopo le primarie. Parisi
nel vertice serale ha avvertito: «Ascoltiamoci con rispetto, alla fine ciascuno
dichiarerà la propria scelta». Ha replicato Dario Franceschini: «Se si condivide
la sostanza tutto è più facile….». Il progetto dell´Ulivo è a portata di mano
e il “parlamentino” della Margherita – come il consiglio nazionale dei Ds a metà
novembre – sono le tappe più importanti. Tanto che Parisi ha insistito: il
confronto sia serio, il voto altrettanto. Per appello nominale? «Non certo per
acclamazione», ha ribadito. Insomma, ha concluso Pierluigi Castagnetti, «il
passato divide ma il futuro unisce» e ha precisato: «Io ero contrario alla
delibera di maggio. Evitiamo di prendere decisioni col punto esclamativo,
facciamo i giusti passi nella direzione dell´Ulivo anche in Parlamento». Nel
futuro ci sono molti “nodi” politici: i gruppi parlamentari unitari; il nuovo
assetto di Dl (se cioè vale sempre la divisione tra maggioranza e minoranza).
Parisi e Amato hanno ricevuto email dagli entusiasti del “partito delle
primarie”, la cui data di nascita fanno risalire al 16 ottobre e ai quattro
milioni e 300 mila elettori che hanno risposto alla chiamata dell´Unione per
dire la loro sul candidato premier del 2006. Ma accanto ai supporter, ci sono i
“frenatori”, e i distinguo: davvero la più grande forza politica d´Europa è già
stata partorita dalle primarie, cambiando per sempre il centrosinistra del XXI
secolo, come ritengono i due leader? Franceschini, ad esempio, ha spiegato che
parlare di “partito della primarie” è sbagliato. «Le primarie dono state un
fatto politico straordinario, non sta però lì l´origine dell´accelerazione verso
il partito democratico e la lista dell´Ulivo, bensì nella riforma elettorale
proporzionale voluta da Berlusconi». È insomma l´Ulivo «un antidoto politico»,
contro i rischi della frammentazione e dell´instabilità: «Mi ha stupito che
Amato e Parisi la legge proporzionale non l´abbiano neppure citata». Per dire
l´effetto che ha fatto nei Ds, basti sapere che il “club dei socialisti” della
Quercia , cioè Caldarola, Barbieri e Cabras hanno avuto una riunione volante in
Transatlantico: «Vedo un´analisi un po´ da Sessantotto, di chi a partire da un
evento di massa vuol fondare una stagione politica. Siamo tutti un po´ più
adulti», commenta Caldarola, precisando che non vuole «frenare affatto sul
partito democratico», anzi. Però ci vogliono idee-forti. «Idee e contenuti che
non vedo», aggiunge Elena Montecchi. Mentre Giovanna Melandri apprezza
l´accelerazione verso il partito democratico e anche l´apertura alla
partecipazione «perché adesso alla domanda che viene dalle primarie va data
risposta». Vannino Chiti, il coordinatore Ds: «Il processo verso il soggetto
riformista non si fa tirando i Ds come fossero mosche cocchiere, perché noi
siamo stati e siamo protagonisti e senza di noi il progetto dell´Ulivo sarebbe
stato congelato. Ma va costruito attraverso contenuti e valori». Cantiere
aperto, insomma. Mentre di regole condivise e da rispettare – legge elettorale,
par condicio, devolution – Romano Prodi ha parlato con il presidente Ciampi.
Un´ora di colloquio al Quirinale. Prodi ne esce soddisfatto.