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13 Ottobre 2005

Il Professore boccia il listone al Senato “È una risposta tecnica, non politica”

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – «Non è la prima e nemmeno la seconda scelta». Romano Prodi è quasi seccato quando con i suoi collaboratori più stretti respinge per l´ennesima volta l´idea di una lista dell´Unione al Senato. Sarebbe la strada più breve per una candidatura del Professore alle politiche. Senza la targa di uno dei partiti del centrosinistra. Ma al diretto interessato non piace: «Non la considero nemmeno una second best». Perché sa troppo di soluzione tecnica e non ha le caratteristiche di una vera operazione politica in grande. E anche perché Fausto Bertinotti è irremovibile: lui non accetta, vuole correre da solo, punto e basta. Comunque, non sarebbe una risposta all´altezza della sfida lanciata dal centrodestra con la nuova legge elettorale. I prodiani hanno da sempre una prima scelta che dovrebbe essere anche l´unica: la lista dell´Ulivo. Lo ha detto Arturo Parisi rilanciando il progetto e precisando: «Tutto il resto è solo calcolo e tattica elettorale».


Compresa la presentazione del simbolo dell´Unione per Palazzo Madama. Lo ripete adesso in Transatlantico Andrea Papini, coordinatore del programma: «Con le tecnicalità non andiamo da nessuna parte. Prima viene la scelta politica, poi gli strumenti». Questa è la madre di tutte le battaglie. E se non va in porto? Una delle alternative su cui stanno ragionando gli ulivisti, ancora spiazzati per il funerale del maggioritario, è il ritorno a un´altra voglia: la scissione nella Margherita. In un Parlamento trasformato in una sorta di Yugoslavia, con una legge che favorisce la frammentazione e che consente di prendere un buon numero di parlamentari anche con il 2 per cento, sarebbe una soluzione estrema, ma da non escludere. E se Dl continua a opporsi alla lista unitaria, non resta che uscire dal partito e andare avanti con una lista autonoma, richiamandosi all´Ulivo.


Ne parlano i deputati prodiani con i loro colleghi del centrosinistra durante le lunghe ore della maratona per il voto sul proporzionale. Ma potrebbe essere anche un modo per forzare la mano, per incunearsi nelle contraddizioni della Margherita, dove oggi sono in molti ad aver avviato un ripensamento. Dario Franceschini e Franco Marini, per esempio, stanno esaminando la soluzione di un ritorno alla lista unica. Ecco perché il prodiano Giulio Santagata ieri, nel cortile di Montecitorio, cercava di raffreddare gli spiriti più bollenti: «Non cerchiamo accelerazioni. Ora ci sono le primarie, dopo ne parleremo tutti insieme. Rispettiamo la riflessione di Rutelli». Parole che lasciano intravedere un pressing sul leader della Margherita.


Ma è davvero solo Rutelli l´ostacolo per un via libera alla lista unica? Non è proprio così. Molti Ds continuano a difendere la scelta di Uniti nell´Ulivo. Lo ha ripetuto Piero Fassino, lo ha spiegato Pierluigi Bersani: «Solo così recuperiamo 3 milioni di voti». Però bisogna fare i conti con una situazione molto diversa rispetto alla scorsa estate. C´è un partito che non sembra più disposto ad aderire all´Ulivo. Lo Sdi di Enrico Boselli, un tempo primo tifoso della lista e del partito riformista, non vuole più sentir parlare di Ulivo, ha imboccato la strada dell´unità socialista, dell´alleanza con i radicali ed è una strada che difficilmente si può incrociare con Prodi e con la Margherita. Vannino Chiti, coordinatore della Quercia, invita a non sottovalutare il «no» dello Sdi all´Ulivo. «È uno dei partiti che ha partecipato alla fondazione della lista unica. La sua assenza si farebbe sentire». Quello che Chiti vuole dire è che il percorso è difficile, in salita. E altre resistenze non mancano. Anche ieri, a Montecitorio, Francesco Rutelli e Ciriaco De Mita hanno chiacchierato a lungo. De Mita è uno snodo decisivo nei Dl, per il suo peso al Sud, serbatoio elettorale del partito. L´ex premier non vuole la lista: «Anche se ci convenisse per i seggi, in politica non bisogna mai seguire le convenienze del momento».


La prossima settimana è il tempo delle scelte. Ora l´Unione si concentra sulle primarie. Silvio Berlusconi vuole allungare la sua ombra anche lì. Ai suoi «guastatori» avrebbe consigliato di votare Clemente Mastella, domenica. Per aiutarlo e per fargli sapere che lo aspetta a braccia aperte. Perché, come ha detto, il prossimo obbiettivo è portare Udeur e Margherita nel Polo.