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30 Marzo 2005

Il premierato e la sinistra

Autore: Giovanni Sartori
Fonte: Il Corriere della Sera

La nuova Costituzione varata a razzo dal nostro Parlamento prima di Pasqua ha questa caratteristica: che non piace quasi a nessuno. È normale che non piaccia all’opposizione. Ma sotto sotto non piace nemmeno tanto alla maggioranza che l’ha votata. Eccezion fatta per Forza Italia, sempre più ridotta a un partito di pappagalli che ripetono la voce del padrone, ed eccezion fatta, ovviamente, per i celtico-padani, gli altri obbediscono per forza più che per amore. Alleanza nazionale puntava sul presidenzialismo ed è costitutivamente un partito «nazionale» non certo devoluzionista. Ma Fini si è piegato, ed eccolo, vedi caso, ministro degli Esteri. La Udc di Follini (poi c’è quella berlusconofila) ha recalcitrato quanto ha potuto, ma è poi stata costretta a capitolare, con Follini ingabbiato, poveretto, al governo. Se poi si va a vedere chi sostiene la nuova Carta sui media si scopre che è tutta gente del Palazzo o che aspira alla mangiatoia del Palazzo. Non dubito che anche in questo gruppo qualche «penna libera» ci sia. Ma al momento non mi viene in mente neanche un nome. E dunque onore al merito: la Costituzione che ci viene proposta in realtà ci viene tutta e soltanto imposta dalla coppia, o accoppiata, Berlusconi-Bossi. Onore al merito, dicevo. Il che mi induce a proporre che venga chiamata la BB, la Costituzione BB.
La BB, sia chiaro, è fatta e finita: le successive letture in Parlamento saranno pro forma e non consentono modifiche. Il che significa che l’ultima battaglia sarà quella del referendum. È ovvio che per chi si oppone alla BB non sarà una battaglia facile. Sua Emittenza controlla il grosso dei «messaggi» che arrivano al popolo bue che non sa nulla o quasi nulla della riforma costituzionale (a detta dei sondaggi di Mannheimer un desolante 84). Ma non è una battaglia facilmente vincente nemmeno, diciamo, per i BiBiisti.
Il loro argomento forte è che le idee incorporate nella BB sono le idee a suo tempo proposte dalla sinistra. Il che è in gran parte vero. Ma non si capisce perché la sinistra non abbia il diritto di ricredersi e di sconfessarle. Se io in passato ho detto sciocchezze, è obbligatorio che continui a dire sciocchezze E il fatto è che all’ultimo congresso Ds la mozione Bassanini-Passigli che propone un disegno costituzionale ben diverso da quello degli anni della Bicamerale è stata approvata all’unanimità (meno un 2-3). Del pari, al Senato il premierato «vecchia maniera» sostenuto dai diessini Barbera e Ceccanti, e ripreso nell’emendamento Tonini, ha ottenuto dal gruppo parlamentare Ds (forte di 60 componenti) solo 3 voti. E dunque la dietrologia dei BiBiisti è solo dietrologia.
Il punto di forza della sinistra è, per contro, che quasi tutti i costituzionalisti che fanno soltanto il loro mestiere e quindi liberi di dire quello che pensano, bersagliano la BB di critiche. Sulla devolution non c’è esperto «fuori mangiatoia» che non la condanni come un pasticcio che non potrà funzionare o che funzionerà malissimo. Però sull’altro grande tema della BB, quello del premierato, la sinistra offre alla destra un punto cedevole. Per, diciamo, 9 costituzionalisti su 10 il premierato elettivo configurato nella BB è un premierato viziato da eccesso di potere. Invece per i già ricordati Barbera e Ceccanti quel premierato non è onnipotente ma semmai impotente. E anche se questa è una tesi pressoché solitaria, apre un varco che le artiglierie mediatiche di Sua Emittenza sapranno ingigantire a dovere. Alla fine anche Barbera conclude che la BB è «uno schifo»; ma la sua posizione certo indebolisce la sinistra.