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30 Maggio 2005

Il No di Parigi, Prodi: andiamo avanti, ma riflettiamo

Fonte: ANSA

“Procediamo, però cerchiamo di capire gli equivoci e la verità di questo no della Francia”. Romano Prodi ai microfoni di Radio Anch’io commenta il voto negativo francese al Trattato Ue. Secondo il Professore, “è necessario un ripensamento rispetto alle ultime decisioni assunte ma bisogna riprendere il cammino su questa riflessione”.

Tuttavia, Prodi afferma che “l’allargamento è un fatto storico che va proseguito e confermato con la politica di vicinato. Tornare indietro – secondo Prodi – significherebbe uccidere la pace in Europa”.

Alla domanda se il no della Francia sia un voto contro la burocrazia di Bruxelles, Prodi risponde con un “detto popolare”. “Queste – dice – sono le balle che i governi ci hanno sempre buttato addosso per salvare i loro voti interni e che adesso lo pagano”. Prodi ricorda che “la grande burocrazia di Bruxelles conta 23 mila persone, un quarto del comune di Madrid.

Questa quindi e una distorsione della verità – afferma – Abbiamo fatto l”allargamento con dieci paesi con 3000 persone a regime e quindi con 300 burocrati per ogni paese”. Quanto al bilancio europeo Prodi ricorda che “in 5 anni si è collocato ad una quota dello 0,99 per cento del Pil dell’Ue e ciò con tutta la politica agricola e di aiuto ai paesi”.

“Con l’allargamento – dice – non ho chiesto un euro in più ai cittadini europei e ho ristretto le spese. Questa è la verità”. Prodi invita comunque ad andare avanti riflettendo sul significato del voto francese e, nel giudicare probabile il no dell’Olanda, afferma che “questo darà ancora una volta alla Gran Bretagna la possibilità di non decidere.

Il grande problema dell’Europa di questi anni è stata la pressione minimalista esercitata dalla Gran Bretagna per cui alla fine la gente non ha capito”. Quanto allo strumento referendario utilizzato in Francia, Prodi ricorda di aver messo in guardia Chirac perché “il referendum non risponde mai alla domanda per cui viene fatto. Ma lui – dice – era sicurissimo… Le cose sono cominciate ad andare in un senso diverso ed ora bisogna comunque tenerne conto”.