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30 Marzo 2006

Il Cavaliere e la strega cattiva

Autore: Gad Lerner
Fonte: la Repubblica
Può darsi che i bambini bolliti facciano anche parte di quella specie di museo
degli orrori che è la storia dell´umanità. Ma di certo esistono, eccome se
esistono, dentro l´immaginario primordiale di ciascuno di noi. Quei pentoloni
fumanti da cui spunta un braccino riverso nei disegni dei libri per l´infanzia;
la gabbia in cui è rinchiuso Hansel e la strega ingannata da Gretel che invano
tenta d´ingrassarlo prima di cuocerlo al forno; l´orco affamato pronto a
rosicchiare Pollicino e i suoi fratelli; le vignette sugli esploratori a
bagnomaria preda dei cannibali…

Ma come non averci pensato prima? Perché
scomodare la Farnesina e il ministero degli esteri cinese, il comunismo e la
Casa delle libertà? Ce lo siamo forse dimenticati quel che Silvio Berlusconi
raccomanda sempre agli attivisti del suo movimento? Parlate facile, ripetete due
o tre volte i concetti, considerate di avere di fronte a voi delle persone
semplici come bambini della seconda media.Novello inventore di fiabe per adulti,
il premier voleva appunto stregare la platea, domenica scorsa a Napoli.

Così gli
è venuto naturale riprodurre, attualizzato, l´incantesimo spaventevole dei
fratelli Grimm, di Hans Christian Andersen, di Charles Perrault: “Nella Cina di
Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi.
E ancora oggi nell´opposizione ci sono tre partiti che orgogliosamente si
dichiarano comunisti”.

Ho tra le mani un delizioso libretto del mio figlio
ultimogenito: “C´era una volta una strega terribile che passava il suo tempo a
mangiare i bambini. Li faceva bollire in un enorme pentolone con dentro un po´
di timo, due foglie d´alloro, qualche cipollina…Una volta all´anno veniva
davanti a scuola con il suo cesto della spesa e se ne portava via quattro,
cinque, dodici o ventitré, a seconda della stagione… Io cucino solo prodotti
freschi ­ era solita dire ­ e senza additivi chimici” (Bichonnier-Pief “Storie
per ridere”, Einaudi Ragazzi).

Tra le illustrazioni, oltre al classico
pentolone, vediamo in casa della strega pure un moderno frigorifero dove la
megera ha stipato ignude le sue giovani prede. Le favole devono aggiornarsi per
ripetere in noi sempre le medesime emozioni. Ecco, con i suoi bambini bolliti
dai comunisti cinesi, il premier ha voluto che tornassimo un poco bambini pure
noi. A inorridire e guardarci in faccia spaventati, prima del sorriso
liberatorio da lui stesso propiziato. Perché non ci sono solo orchi cattivi come
i comunisti, a questo mondo.

Ci sono anche i caimani buoni: “Sono io il caimano,
e li mangerò tutti!”, scherzava Berlusconi rassicurando il popolo di quello
stesso comizio napoletano. Il caimano buono che mangia i comunisti cattivi. E
felice del chiasso suscitato continua ad accusarli, questi comunisti, di fronte
alle telecamere di Ballarò: “Mica li ho bolliti io, i ragazzini”. Cosa potremmo
chiedere di più a una campagna elettorale?

E mentre il ceto politico italiano
sogghigna trasversalmente, fingendosi più o meno scandalizzato dagli
imprevedibili guai diplomatici provocati dal premier fanciullo, tocca semmai a
Tremonti elevare agli adulti il riferimento pulp: “I cinesi ci stanno mangiando
vivi”. È importante il dettaglio macabro della bollitura, con o senza
spargimento dei poveri resti sui campi cinesi da fertilizzare. In effetti nelle
fiabe il pentolone dell´acqua bollente si alternava spesso con un altrettanto
terribile forno.

Ma negli ultimi sessant´anni è più difficile trovare qualcuno
che racconti volentieri favole in cui i bambini finiscono nei forni. Perché è
successo davvero, e per giunta qui vicino in Europa, ai tempi in cui anche
Berlusconi era un bambino: un milione e mezzo di bambini ebrei uccisi e
inceneriti nei forni. Per esempio ad Auschwitz, dove il premier aveva promesso
solennemente di accompagnare in pellegrinaggio i suoi figli (ma poi non ne ha
trovato il tempo). Il guaio è proprio questo. Capita di continuo nel conflitto
politico che la storia venga adoperata come una favola.

Per suggestionarci, per
gettare discredito sull´avversario, per rivendicare fedi e radici inautentiche.
E allora mettiamo il caso che di fronte al comizio anticomunista di Napoli sui
bambini cinesi bolliti, qualcuno avesse avuto il pessimo gusto di reagire
evocando il milione e mezzo di bambini ebrei finiti nei forni. Magari chiamando
in causa Silvio Berlusconi o Gianfranco Fini per la loro alleanza con Alessandra
Mussolini e l´estrema destra di Forza Nuova e Alternativa sociale. Dovrebbe
essere ovvio che simili strumentalizzazioni offendono innanzitutto le stesse
vittime di cui si finge il compianto, brandite oscenamente come clave. Ma
purtroppo quel che appare ovvio, non per tutti lo è.

Dunque torniamo a
chiedercelo: sarebbe questo un modo civile, lecito, di utilizzare la storia in
campagna elettorale? Trarremo forse un insegnamento condiviso da simili
divulgazioni delle tragedie del passato?

Temo che il premier dispensatore di
sogni e di fiabe non desiderasse farci il regalo di un ritorno all´infanzia. Non
ci vuole bambini, ci preferisce ignoranti e, all´occorrenza, giù giù sempre
peggiori.

Può darsi che i bambini bolliti facciano anche parte di quella specie di
museo degli orrori che è la storia dell´umanità. Ma di certo esistono, eccome se
esistono, dentro l´immaginario primordiale di ciascuno di noi. Quei pentoloni
fumanti da cui spunta un braccino riverso nei disegni dei libri per l´infanzia;
la gabbia in cui è rinchiuso Hansel e la strega ingannata da Gretel che invano
tenta d´ingrassarlo prima di cuocerlo al forno; l´orco affamato pronto a
rosicchiare Pollicino e i suoi fratelli; le vignette sugli esploratori a
bagnomaria preda dei cannibali… Ma come non averci pensato prima? Perché
scomodare la Farnesina e il ministero degli esteri cinese, il comunismo e la
Casa delle libertà? Ce lo siamo forse dimenticati quel che Silvio Berlusconi
raccomanda sempre agli attivisti del suo movimento? Parlate facile, ripetete due
o tre volte i concetti, considerate di avere di fronte a voi delle persone
semplici come bambini della seconda media.Novello inventore di fiabe per adulti,
il premier voleva appunto stregare la platea, domenica scorsa a Napoli.