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13 Agosto 2005

Gnutti, gli «amici di Unipol» e il documento segreto

Il patto segreto tra gli scalatori delle due banche italiane Antonveneta e Bnl prevedeva che tutti i «concertisti» avessero la possibilità di trarre vantaggi economici da entrambe le operazioni. E non escludeva che alla fine alcuni degli alleati potessero lanciare altri affari che potrebbero essere legati all’assalto alla Rcs: grandi manovre su Capitalia e addirittura «un’Opa sulla Fiat». Giovanni Consorte, il presidente del colosso emiliano, ne parla il 6 luglio con Ugo Sposetti, il senatore Ds tesoriere del partito.

E a lui chiede di avere notizie per sapere se davvero nel progetto di Opa sulla Fiat «c’è di mezzo anche Berlusconi». Il brogliaccio delle intercettazioni telefoniche allegato agli atti dell’inchiesta milanese, condotta dai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, svela anche il contenuto della conference call organizzata il 15 luglio scorso da Emilio Gnutti e Gianpiero Fiorani per discutere sulla scalata di Unipol a Bnl. E documenta i contatti di Consorte per far sì che la sua Offerta pubblica di acquisto vada a buon fine.


Il patto parasociale

E’ il 15 luglio, il telefono intercettato è quello di Emilio Gnutti. Secondo l’ordinanza del gip Clementina Forleo che ha interdetto i «concertisti» di Antonveneta, alla conference call partecipano, oltre al banchiere bresciano e a Gianpiero Fiorani, anche «Ricucci, Lonati, Moreschi e altri».


Così la Guardia di Finanza ricostruisce la riunione: «Gnutti dice che gli amici di Unipol vogliono lanciare l’Opa volontaria su Bnl». Cade la linea con Stefano Bellaveglia (il vicepresidente di Hopa ndr) e intanto «Fiorani e Gnutti accennano a un patto parasociale: Fiorani dice che oggi in Consob si è parlato di Antonveneta e di Rcs».


Gnutti riesce a ricollegarsi: «Ripete che gli amici di Unipol lanceranno l’Opa volontaria e che è stato chiesto anche a loro di entrare nel patto parasociale previo acquisto del 4,99% del capitale sociale di Bnl. Dice che prevede una call a trenta giorni a loro favore nel caso in cui l’Opa non raggiunga il 51 per cento». E poi spiega che «la firma della costituzione del patto parasociale li coobbliga con loro nel lancio dell’Opa, e che tutto quello che verrà dall’Opa se lo pagheranno loro ».


Le Fiamme Gialle continuano ad annotare. «Gnutti—è scritto nel brogliaccio— dice che l’ultima volta che è stato tenuto il Comitato del patto di sindacato si è parlato di Antonveneta e nella colazione seguente si era detto che il diniego a quella operazione era frutto di una scelta politica e non economica, ma si sono lasciati dicendo che quando tutto sarà finito Hopa potrà acquisire il 5 per cento. Gnutti dice che l’assunzione della deliberazione di oggi è strategica per Hopa perché ci si sta spostando verso un tipo di target di investimento».


Poi parla di un documento che dovrà rimanere segreto: «Gnutti dice che farà circolare un documento che ribadirà questo discorso e che manterrà solo lui come unico esemplare».

Subito dopo interviene Fiorani che «si complimenta per come ha diretto la situazione». Gnutti dice che «farà preparare una pagina sull’accordo che farà firmare a tutti tranne Fiorani».


Gnutti dice che «questa cosa l’ha fatta mettere fuori verbale». E poi assicura a Fiorani che si sentiranno dopo.

«Ho chiuso con quelle persone»

E’ il 6 luglio. Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, parla con Giovanni Consorte.


Unipol ha appena formalizzato un’offerta al contropatto degli immobiliaristi per l’acquisizione di Bnl. «Consorte — si legge nel brogliaccio — dice che ha chiuso l’operazione con quelle persone (sette che hanno il 27,5% di Bnl) e spiega che domani sarà a Roma per definire le ultime cose e chiudere definitivamente». Poi riferisce a Sposetti dei contatti con i suoi interlocutori politici. «Dice che più tardi chiamerà Fassino per informarlo della vicenda. Spiega che Consorte dice che stamane Isvap e Bankitalia gli hanno dato l’autorizzazione. Dice che anche con Berlusconi non ci sono problemi, dato che uscendo l’ingegnere (verosimilmente Caltagirone) diventa una operazione totalmente della sinistra (Unipol, Popolari e cooperative)».


Poi si parla di una possibile nuova scalata. «Consorte chiede a Sposetti di fare una cosa per lui e cioè di verificare la notizia secondo la quale sembra che stiano preparando una Opa sulla Fiat, e che nell’Opa c’è di mezzo anche Berlusconi. Sposetti sostiene che la cosa è molto possibile». Aquesto punto «Consorte raccomanda di usare la massima discrezione perché il conflitto di interessi è enorme».


Dal 4 al 28 luglio la Guardia di Finanza ascolta le telefonate di Luigi Gargiulo, il ragioniere che muove i soldi di Stefano Ricucci. Oltre a documentare massicce operazioni su tutti i titoli sotto scalata (Antonveneta, Bnl e Rcs), queste intercettazioni segnalano, a sorpresa, manovre ancora misteriose su altri titoli, in particolare «Società Generale del Lussemburgo e Capitalia».


Il 15 luglio Gargiulo ordina a un collaboratore di comprare «come Garlsson» (la società off-shore aperta Ricucci) «azioni Capitalia da Magiste» (la capogruppo ufficiale di Ricucci). Spiega che «i soldi li hanno presso Intermobiliare» e quindi «le compensazioni se le fanno tra loro». Conclude che «in serata gli manda la lettera per la vendita di Bnl».

«Per la Società Generale del Lussemburgo—annotano le Fiamme Gialle — Gargiulo dice a Pino di contattare Delfini, uomo di Caltagirone, per mandargli i codici delle banche dove devono arrivare i soldi».


Il 17 luglio «Gargiulo dice a Walter che hanno raggiunto l’accordo e si vendono Bnl». Walter chiede «se ora gli piazzano quell’altro titolo», quello per cui «il patto di sindacato scade il prossimo anno ». Gargiulo risponde di «sì» e aggiunge che «poi daranno via anche Antonveneta».

«Punteremo tutto su Rcs»


Il 19 luglio Gargiulo conferma che «alla fine venderanno anche Antonveneta e poi punteranno tutto su Rcs e che gli serve anche il titolo Capitalia ». Il ragioniere poi assicura che «a Londra è andato tutto bene, che c’era anche Nakamura e si comincia alla grande».


Il 21 luglio Gargiulo spiega che «devono mettere ancora 5 milioni di Capitalia e 1,75 di Bpi un po’ sull’International e un po’ sulla Garlsson: l’operazione consiste nel trasferimento a Deutsche Bank contro un bonifico di 39,4 milioni di euro ».


Il 25 luglio Gargiulo dice che «l’operazione con Deutsche è andata a posto perché sono arrivati i fondi e ora devono fare con Bpi».

Il 26 luglio un collaboratore chiede al ragioniere di Ricucci «come fa a stampare una lettera su carta intestata Magiste International che deve essere datata 30 giugno». Il 27 luglio Gargiulo è per la prima volta allarmato: «Deutsche ha mandato una letterina sul bilancio: è un fax urgente su Antonveneta ».


Agli inizi di luglio, esattamente il 5, Giovanni Consorte parla con un suo amico, un certo Carlo, che gli riferisce una conversazione precedente avuta con tale Emanuele. Carlo: «Secondo Emanuele fare un contratto a esecuzione differita, riservandosi di indicare altri soggetti, richiede comunque di indicare chi sono i soggetti, perché è un fatto rilevante da pubblicizzare. Nel caso in cui si compra direttamente, chi compra sono concertisti con loro». Poi gli prospetta la soluzione: «Emanuele dice che l’operazione cosiffatta si può fare con un contratto di data certa». Consorte da l’ok.