Ex giudice, già
consigliere di Bill Clinton, dal 1994 al 1995, 5 volte deputato, è il vero
regista politico di Obama. Consigliere di Carter dall’87 al 91, grande
esperto di geopolitica. Ispira le posizioni di politica estera di
ObamaFiglio di Robert, ministro del Tesoro con il presidente Clinton, è
l’occhio di Obama sugli scenari di Wall Street.Pastore della «Trinity Church
of Christ». Il titolo del libro di Obama «The Audacity of Hope» viene da un
suo sermone. Nata nel 1964, lavora nell’amministrazione dell’ospedale
universitario di Chicago. E la musa del candidato nero.Un ex consigliere di
Bill Clinton per sconfiggere Hillary, un reverendo militante come guida
spirituale, un giovane guru per sedurre Wall Street ed un ventenne esperto
di telemarketing per scrivere i discorsi più importanti.
A meno di cinquanta
giorni dall’annuncio fatto da Springfield, in Illinois, sulla corsa
presidenziale sta prendendo forma il team dei più stretti consiglieri di
Barack Hossein Obama: quelli con cui ha condiviso la scommessa elettorale e
che, se dovesse farcela, lo accompagneranno oltre la soglia della Casa
Bianca. La sfida ad Hillary passa attraverso i suggerimenti di Abner Mikva,
ottantenne ex giudice e consulente legale dell’amministrazione Clinton che
Obama ha conosciuto nelle aule della Law School dellUniversità di Chicago.
Appassionato difensore dei diritti umani in tutto il mondo, Mikva porta a
Obama l’esperienza frutto della conoscenza dei corridoi di Washington e non
a caso è stato lui a suggerirgli di aprire la campagna mettendo da parte le
buone maniere ed affondando senza troppi scrupoli i colpi contro Hillary.
Obama all’inizio esitava, ma Mikva lha convinto con queste parole: «Tutto
inizia da Hillary, è giusto non candidarsi contro di lei ma se vi sono due
sfidanti sarà difficile non farlo, bisogna dunque gestire Hillary giocando
in anticipo, facendo attenzione ad evitare di offendere i suoi fan ma
facendo capire anche che facciamo sul serio».
Il 45enne senatore
dellIllinois appassionato di Abramo Lincoln ha fatto tesoro dei consigli
dellex giudice e quando si è trattato di scendere in campo lo ha fatto
bruciando Hillary sul tempo – 96 ore di differenza – e da quel momento in
avanti cerca di essere sempre un passo avanti a lui: sul fronte della
raccolta fondi il primo ad aiutarlo stato il produttore David Geffen, socio
di Steven Spielberg, ma più di lui conta la presenza del quarantenne James
Rubin, figlio dellex ministro del Tesoro di Clinton, che lo affianca nelle
riunioni a porte chiuse con manager di Wall Street e imprenditori della
Silicon Valley. John Roos, uomo di punta in California, assicura che i
manager dell’hi-tech sono attirati non tanto da ciò che Obama dice ma da
cosa rappresenta per gli Stati Uniti: «Il leader di una nuova generazione
potenzialmente capace di unire l’America». Forse non a caso alle serate di
raccolta fondi nella Silicon Valley la maggioranza dei finanziatori ha meno
di 35 anni.
L’impressione che Obama possa davvero diventare il demiurgo di
un’America nuova nasce dall’approccio alla militanza che il giovane senatore
ha mutuato dagli studi sugli scritti del filosofo Saul Alinksy – scomparso
nel 1972 – secondo il quale i poveri delle aree urbane «hanno potenzialità
ignorate e possono emergere da soli». Negli anni passati a Chicago come
«organizzatore comunitario» nei quartieri poveri del South Side, Obama ha
trasformato in pratica gli insegnamenti di Alinsky, puntando sul rapporto
diretto con le persone da aiutare, per farle emancipare dalla povertà con le
loro stesse forze. E questa la genesi di un progetto teso a risvegliare su
scala nazionale il ceto medio-basso anche grazie alla leva di un richiamo
costante alla fede in Dio più consono ad un leader conservatore che liberal.
Su questo fronte il padre spirituale di Obama è Jeremiah Wright, reverendo
dei ottomila fedeli afroamericani della Trinity United Church di Chicago. Si
deve ad un suo sermone sull’«Audacia della speranza» il titolo della
biografia best seller di Obama, secondo cui furono quelle parole che lo
portarono a «sottomettermi a Dio». Politicamente il reverendo di Chicago
rischia di essere scomodo a causa di passati incontri con il colonnello
Gheddafi e del costante richiamo ad un «Sistema di valori afroamericani»
difficile da prendere ad esempio per unire una nazione fatta anche di
bianchi, ispanici ed asiatici. Ma Obama finora è riuscito a limitare alla
fede il ruolo di Wright, in maniera analoga a quanto fatto nel settore della
finanza con il plurimiliardario George Soros, dal quale ha ottenuto
finanziamenti senza però sposarne tesi come il dialogo con i fondamentalisti
di Hamas.
Sulla politica estera finora Obama ha parlato soprattutto di
ritiro dall’Iraq ma sono in molti a Washington a ritenere che a guidarne
l’approccio al mondo potrebbe essere «Second Chance», il libro dellex
consigliere per la sicurezza Zbignew Brzezinski, nel quale si sostiene che
l’America può «salvarsi come superpotenza» solo se riuscirà a «ascoltare il
risveglio politico globale che sta avvenendo dall’Indonesia al Tibet»
rispondendo alla «richiesta di dignità» che viene dai popoli dei Paesi in
via di sviluppo. Quali che saranno le novità in arrivo dal team di Obama a
svelarle sarà Jon Favreau: un ragazzo di 25 anni che ai tempi del liceo
eccelleva in telemarketing ed ora gli scrive i discorsi, dopo aver
abbandonato la squadra di John Kerry. A difendere Obama dalle accuse di
essere «poco afroamericano» – in quanto figlio di un kenyota e di una donna
bianca – è invece la combattiva moglie Michelle, che non ha esitato ad
adoperare termini tanto coloriti quanto comprensibili per tutti.
Morto nel
72, è il padre del pensiero comunitario a cui si ispira Obama. La tesi
universitaria di Hillary era su di lui.La modella Anne Nicole Smith è morta
per una «overdose accidentale» di medicinali. Il rapporto del medico legale
responsabile dellautopsia, annunciato solo ieri in Florida, rivela che la
ex «Playmate of the Year» di Playboy stava prendendo almeno nove sostanze
diverse (compreso il metadone) quando è morta l’8 febbraio scorso nella sua
stanza al Seminole Hard Rock and Casino a Hollywood (Florida). Charlie
Tiger, capo della polizia Seminole incaricata della indagine (il Casinò è in
una riserva indiana), ha detto che il rapporto del medico legale esclude
l’omicidio: la modella è stata uccisa da una overdose accidentale dovuta ad
una combinazione dei numerosi medicinali che stava prendendo per combattere
la depressione.