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24 Marzo 2006

Gli 007 Usa smentiscono il pericolo

Autore: Carlo Bonini
Fonte: la Repubblica

ROMA – Al telefono dalla Virginia, una qualificata fonte dell´intelligence americana non lascia neppure finire la domanda.

«Per quel che ci riguarda e per quel che sappiamo, se parliamo di terrorismo, non c´è nulla che in questo momento lasci immaginare che l´Italia corra più pericoli di ieri o di un mese fa. Non c´è nulla di nuovo».

E dunque? «Dunque, questa storia non è stata e non è affare di intelligence. E´ pura routine politico-burocratica degli uffici consolari del Dipartimento di Stato, che hanno semplicemente preso atto di quel che è accaduto nelle ultime settimane nelle piazze del vostro Paese, in particolare a Milano, e soprattutto di quanto hanno dichiarato in proposito autorevoli esponenti del vostro governo. Quegli uffici hanno l´obbligo di dare fiato alle trombe ogni qual volta ci sia di mezzo la sicurezza di un turista o di un cittadino americano all´estero. Lo hanno fatto in Francia durante i giorni della rivolta delle banlieu. Lo fanno oggi».

E Al Qaeda? «E´ la solita vecchia storia. Dopo le bombe di Madrid, non costa nulla dire che bisogna tenere gli occhi aperti alla vigilia delle elezioni. Anche qui, novità non ce ne sono. Se poi in Italia qualcuno sta facendo un uso politico di quanto hanno detto le burocrazie del Dipartimento, questo non è affar nostro, anche se la cosa non sorprende».


Il disinteresse con cui gli addetti alla sicurezza liquidano a Washington la sostanza dell´allarme è confermato del resto da una circostanza oggettiva che si raccoglie proprio al Dipartimento di Stato.

Al testo messo in rete a vantaggio dei cittadini americani in Italia non hanno contribuito gli uffici deputati alla raccolta dell´intelligence antiterrorismo di Foggy Bottom.

Dunque, in un quell´annuncio è assente qualsiasi valutazione tecnica autonoma della soglia di rischio nel nostro Paese. Né potrebbe essere diversamente a sentire quanto ieri pomeriggio era possibile raccogliere da fonti qualificate della nostra polizia di prevenzione e del Ros dei carabinieri.

«Né alla vigilia del comunicato, né nelle settimane che lo hanno preceduto – riferisce un alto dirigente della Polizia di prevenzione – è stata chiesta o scambiata con gli organismi di intelligence americana, come con gli stessi colleghi dell´Fbi, alcuna informazione specifica o generica riguardante la sicurezza nel nostro Paese. Sia per quel che riguarda gli aspetti della sicurezza interna, e mi riferisco alle manifestazioni politiche di piazza, sia per quanto riguarda la prevenzione contro possibili minacce terroristiche islamiche».


Stessa musica si ascolta negli uffici del Ros dell´Arma. Con un dettaglio in più. Agli americani è stata sin qui taciuta anche l´unica vicenda che in queste settimane sta tenendo viva l´attenzione delle Procure di Milano e Bologna, della nostra antiterrorismo.

Si tratta di un´inchiesta avviata lo scorso autunno da carabinieri e polizia sulle mosse di una filiera marocchina attiva tra Italia, Spagna e Francia.

Indagine protetta per mesi da un geloso segreto in ragione di quel che prometteva e improvvisamente azzoppata da una fuga di notizie di qualche giorno fa a Bologna (lunedì scorso è stato dato conto di un progetto di attentato alla basilica di San Petronio).

Di fatto in coincidenza con le dichiarazioni del nostro ministro della Difesa, Antonio Martino, che aveva genericamente parlato di un rischio Al Qaeda sulla scadenza elettorale.


La vicenda ha prodotto nei giorni scorsi forti tensioni nei nostri apparati della sicurezza, ha sollecitato una presa di posizione pubblica del procuratore di Bologna Enrico Di Nicola per censurare la pratica dell´allarmismo e potrebbe avere sviluppi di qui ai prossimi giorni. Verosimilmente con una serie di provvedimenti di espulsione sui quali, in questi giorni, il ministero dell´Interno sta lavorando con una qualche lena.