17 Dicembre 2004
Giustizia, lo stop di Ciampi alla riforma
Fonte: ANSA
ROMA – Nessuna firma, nessuna promulgazione. La notizia piomba a Montecitorio mentre in corso la seduta comune per l’elezione di due giudici della Corte Costituzionale: Ciampi ha rinviato alle Camere la riforma dell’ordinamento giudiziario, fortemente sostenuta dal ministro Castelli e con la stessa durezza contestata da magistratura e opposizione. La legge, varata in via definitiva dalla Camera il primo dicembre scorso, fissa criteri per la separazione delle funzioni tra pm e magistratura giudicante, istituisce concorsi ed esami interni alla professione per fare carriera e potenzia il ruolo del procuratore della Repubblica. E’ la seconda volta nel giro di pochi mesi che il capo dello Stato «boccia» una legge architrave nel programma della maggioranza. Era accaduto esattamente un anno fa, nel dicembre 2003, con la legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo, poi approvata. Da quando è al Quirinale, Ciampi ha negato in sei occasioni la firma necessaria alla promulgazione di nuove leggi, ritenendo opportuno rinviarle al Parlamento con la richiesta di riflettere su alcuni aspetti e procedere a una nuova deliberazione.
I RILIEVI- Ma quali sono i rilievi che starebbero alla base della decisione di Ciampi di impugnare la riforma e di rinviarla alle Camere, con messaggio motivato? Vanno ricercatinelle sei cartelle che il capo dello Stato ha compilato e che sono stati resi pubblici dopo che i presidenti Pera e Casini ne hanno preso visione. Ciampi ha dunque rilevato nella legge diversi errori: l’insufficiente copertura finanziaria delle scuole superiori della magistratura, la violazione dell’art. 105 della costituzione relativo al consiglio superiore della magistratura, la violazione della norma costituzionale sulla gerarchizzazione delle procure.
LEGGI CREATE CON PROCEDURA ANTICOSTITUZIONALE – Nel messaggio presidenziale che rinvia alle Camere la riforma della giustizia Ciampi interviene anche sul modo di legiferare bocciando l’abitudine di ricorrere all’approvazione delle leggi mediante colpi di fiducia e riscrittura dein testi all’ultimo minuto: «A tale proposito ritengo che questa possa essere la sede propria per richiamare l’attenzione del Parlamento su un modo di legiferare – invalso da tempo – che non appare coerente con la ratio delle norme costituzionali che disciplinano il procedimento legislativo, e segnatamente, con l’articolo 72 della Costituzione, secondo cui ogni legge deve essere approvata articolo per articolo e con votazione finale».