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27 Febbraio 2006

Gentiloni: ora il premier rinunci alla conferenza tv. «Accordo con Prodi o saltano i duelli»

Fonte: Corriere della Sera

ROMA — Il faccia a faccia Prodi- Berlusconi ci sarà? Domanda d’obbligo a Paolo Gentiloni, uomo della Margherita, presidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai. «Penso che ci sarà. Ma solo ad armi pari. Mi auguro, da cittadino e da parlamentare del centrosinistra, che l’appuntamento sia rispettato: Prodi ha molto più filo da tessere, se ci saranno regole chiare e uguali per tutti».

E da presidente della Vigilanza, cosa si augura? Prodi ha immaginato un confronto a Mediaset, piuttosto che alla Rai con questo regolamento della commissione che lei presiede. «Non so se fosse una vera proposta o un’iperbole. Il senso delle parole di Prodi credo fosse questo: non potete imporre un dibattito con le vostre regole. Ogni duello prevede un accordo tra le parti. Il Cavaliere dovrebbe rileggersi le norme della cavalleria… Comunque ho sentito parlare di Mediaset, di tv a pagamento che escluderebbe molti italiani. Entrambe le ipotesi mi sembrano francamente discutibili».

Ma Bonaiuti dice: il centrosinistra si arrampica sugli specchi per evitare il duello Prodi-Berlusconi…
«Io rispondo: quel documento, votato a maggioranza dal centrodestra, che come presidente devo comunque applicare, sul piano politico contiene due evidenti forzature. Primo: l’imposizione del modulo a tre punte, con i confronti tra gli altri tre leader. Secondo: la conferenza stampa finale di Berlusconi, un sostanziale strappo alla par condicio, ha ragione Petruccioli. È evidentemente un’abitudine della Casa delle Libertà votare a maggioranza su questioni molto delicate. È avvenuto anche sulla legge elettorale».

Qualcuno dal centrosinistra suggerisce: Berlusconi rinunci alla conferenza stampa finale, sarebbe un bel gesto…
«Sarebbe un’ottima premessa per un’intesa. Quell’appuntamento non è un diritto divino né è previsto dalla legge. Ha fatto bene Prodi a far circolare il protocollo tv Bush- Kerry».

Pensa che alla fine il confronto si farà alla Rai?
«Ci sono tutte le premesse. Il regolamento della Vigilanza, in fondo, prevede solo gli orari, la lunghezza e la collocazione su Raiuno. Sul resto si può discutere fino a un accordo».

Berlusconi avverte: se Prodi diserta, parlerò a una sedia vuota.
«Non insisterei su questa sciocchezza. La legge 28 del 2000, cioè la par condicio, lo esclude: non prevede soliloqui. Un faccia a faccia non può essere a una faccia sola».

Ma Prodi, opponendo un no all’incontro tv, non corre il rischio di sembrare impaurito dal paragone mediatico col Cavaliere?
«In America i faccia a faccia in tv sono obbligatori. In Europa no. Si è sottratto Tony Blair nell’ultima tornata elettorale. Così come fece Berlusconi con Rutelli cinque anni fa. E in nessuna parte del mondo chi è in testa nei sondaggi si sottopone alle regole dell’avversario in salita».

Per lei è scontato il vantaggio del centrosinistra…
«Lo dicono i sondaggi, non io. Prodi però non è masochista, non può accettare un’imposizione. Si cancelli la forzatura della conferenza stampa e il discorso si potrà riaprire».

Cosa può fare la Rai?
«Moltissimo. Compito principale del direttore generale Alfredo Meocci sarà ricercare un’intesa sulle regole. La Rai ha tutto l’interesse di arrivarci: una trasmissione del genere può valere dagli 11 ai 13 milioni di telespettatori».

Già si discute sul conduttore. Il centrodestra gradirebbe Bruno Vespa. Non così, pare, il centrosinistra. Che fare? Alla Rai sostengono: l’ultima parola spetterà proprio a Meocci. «L’unico modo per risolvere la questione è, ripeto, un accordo tra le parti. Impensabile che il nome del conduttore venga deciso, ancora una volta a maggioranza, dal Consiglio di amministrazione Rai. Il compito toccherà sempre a Meocci: il direttore generale deve tutelare l’interesse dell’azienda. Solo se il nome andrà bene a entrambe le parti si potrà procedere a una decisione definitiva. Questo è ovvio».

Petruccioli incalza: decidete entro sette giorni, la Rai ha esigenze organizzative e di palinsesto.
«Capisco tutte le ragioni che premono per una decisione rapida. Ma non credo che Petruccioli intenda imporre ultimatum: e comunque non lo considererei corretto. L’obiettivo della Rai è ospitare il faccia a faccia, anche all’ultimo momento. In fondo solo dal 6 marzo, a liste e a programmi presentati, scatta il periodo in cui dar corso al regolamento della Vigilanza».