Foto di prigionieri, sotto accusa la polizia locale. E Bagdad annuncia un'indagine su Falluja
Com’è «versatile», il fosforo bianco. Illumina e nasconde, produce nuvole di fumo ma anche particelle di fuoco eterno: la definiscono arma «psicologica», però è capace di bruciarti la carne fino all’osso, finché c’è ossigeno. «Uno strumento versatile per vincere la battaglia di Falluja»: così nel marzo 2005, sulla rivista Field Artillery del Pentagono, il veterano James Cobb definiva il fosforo bianco, spiegando il suo impiego per stanare il nemico, per «scuotere e cuocere» i miliziani iracheni che non volevano uscire dalle loro postazioni. Otto mesi dopo, anche il ministero della Difesa americano ha ammesso questa «versatilità» del white phosphorus (in gergo Wp).
L’altra sera alla Bbc radio un portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Barry Venable, ha confermato che sì, i Marines a Falluja hanno usato proiettili di WP «contro i guerriglieri». Per la prima volta, anche sulla scia del documentario di RaiNews24 «Falluja, la strage nascosta», Washington ammette che il WP non è stato usato soltanto per illuminare il campo di battaglia ma per attaccare il nemico asserragliato nella roccaforte sunnita. Perché questa rettifica così tardiva? «Mancanza di informazioni», si è giustificato il colonnello Venable. Non hanno visto al Pentagono lo scoop di Field Artillery? Hanno qualcosa da nascondere? La Bbc lo definisce «un disastro d’immagine».
La ministra per i diritti umani del governo iracheno, la curda Narmin Uthman annuncia che una commissione d’inchiesta sarà inviata a Falluja per indagare sugli effetti del fosforo bianco sui civili. Alla signora Uthman il lavoro non manca. Con gli «arretrati» di Falluja, il nuovo dossier torture a Bagdad: ad arroventare il clima pre-elettorale arrivano le foto e le testimonianze dei prigionieri trattati in maniera disumana nelle segrete del ministero degli Interni. Storie di fame e di botte, all’ombra del nuovo Iraq.
Le vittime sono in maggioranza sunniti: ieri dominatori, oggi nerbo della guerriglia. La «liberazione di Falluja» un anno fa non ha fermato la guerriglia sunnita. A quale prezzo è avvenuta? Il Pentagono nega che le operazioni «shake and bake» (scuoti e cuoci) abbiano coinvolto i civili. Il governo britannico ieri ha affermato che l’uso del Wp è permesso solo se nella zona dei combattimenti non ci sono civili. Implicitamente, una presa di distanze dagli Usa. È assodato che a Falluja nel novembre 2004 non ci fossero soltanto jihadisti e guerriglieri.
Il Pentagono ribadisce che il WP non è un’arma illegale. In un colloquio con il Corriere Michale O’Hanlon, senior fellow alla Brookings Institution, si schiera su questa posizione. «Sono pronto a criticare gli Usa per Abu Ghraib. Ma a Falluja si è combattuta una battaglia durissima, strada per strada, in cui molti soldati americani hanno perso la vita combattendo contro i terroristi delle autobomba.
L’uso del fosforo bianco, che non può essere paragonato al napalm, è “scusabile” se è servito a ridurre le perdite». I soldati americani uccisi a Falluja sono stati 51. E le perdite irachene? «La verità è che non abbiamo sufficienti informazioni. Quanti civili sono morti? Se si documentasse che si tratta di cinquemila vittime, sono pronto a cambiare la mia posizione. Ma se parliamo di due o tre civili uccisi dal fosforo bianco…». Per O’Hanlon questa campagna si spiega soprattutto con le posizioni anti-americane e contro la guerra in Iraq assunte da larga parte dell’opinione pubblica in Europa. Comunque sia, dice O’Hanlon, un’inchiesta sarebbe salutare. «Non tanto per stabilire responsabilità.
Ma per capire se in futuro il WP debba essere usato oppure no». «Un’inchiesta del governo Usa? Necessaria ma improbabile. Soltanto a condizione che Londra o Roma facciano pressioni sull’amministrazione Bush». William Arkin, analista militare del Washington Post, dice al Corriere che «l’ammissione del Pentagono è rozza oltre che tardiva. Come si fa a escludere che le operazioni “scuoti e cuoci” non abbiamo coinvolto anche civili?». Arkin è un po’ disgustato dalle disquisizioni sulla legalità o illegalità del fosforo bianco. «Il punto è che hanno usato quell’arma in modo illegale. Chi ha ordinato l’uso del Wp contro le persone in un’area urbana ha violato obblighi precisi». Per Arkin l’uso del fosforo bianco «illumina la frustrazione di un esercito che si trova a dover riconquistare Falluja per l’ennesima volta», in una guerra che ogni giorno sembra ricominciare da capo.