ROMA – Sette a zero, contro il quattro a tre del 2001. Il centrosinistra ha vinto le elezioni suppletive per la Camera dei deputati in tutti e sette i collegi in cui si è votato ieri e domenica, anche se il numero dei votanti, come sempre accade con turni elettorali straordinari, è stato decisamente basso, il 40,2%, rispetto all´80,7 delle scorse politiche. «Le suppletive saranno un segnale per il governo», aveva dichiarato appena l´altro giorno Silvio Berlusconi, facendo personalmente campagna elettorale. «Ecco, adesso quel segnale è arrivato», commenta a caldo il leader dei Ds, Piero Fassino. «Ha vinto l´astensionismo», è invece la lettura dei vertici di Forza Italia, che insieme agli alleati negano «significato politico generale» al risultato.
Sta di fatto che si è trattato di un en plein per il centrosinistra, che conferma i seggi espressi alle ultime elezioni in Toscana, Emilia e Puglia. Mentre la Casa delle libertà perde tre collegi che nel 2001 avevano eletto un deputato di centrodestra: Milano, Genova, Napoli.
Particolarmente significativa la sconfitta nel capoluogo lombardo. Qui si votava infatti nel collegio di Umberto Bossi. Ma il candidato dell´Ulivo, l´ex presidente della Rai Roberto Zaccaria, ha battuto con un largo margine il medico del Senatur, Luciano Bresciani, candidato della Cdl. A Napoli-Ischia, invece, vittoria solo di misura per l´ex leader della Cisl, Sergio D´Antoni, candidato del centrosinistra. Nel capoluogo campano il centrodestra ha però scontato la concorrenza di una fortissima Alternativa sociale, la lista di Alessandra Mussolini (che nel 2001 era stata eletta in quello stesso collegio, con la Cdl), che conquista oltre il 9%. Ma pure quella della Fiamma tricolore. E perfino la concorrenza del Nuovo Psi, che ha scelto di correre separato dal resto della coalizione. In tutto, oltre tredici punti in meno per il candidato della Cdl, per il quale appena venerdì scorso si era mobilitato lo stesso Berlusconi. Un serio problema, in prospettiva, se i leader del centrodestra non riescono a ricucire i rapporti al loro interno, recuperando in particolare l´estrema destra, prima delle politiche del 2006.
Nel collegio di Genova Nervi il centrosinistra non era mai riuscito a prevalere. Ieri invece, il sorpasso di Stefano Zara su Roberto Suriani. Per il resto, solo conferme. In Toscana, sia nel Mugello sia a Scandicci, l´Ulivo ha stravinto. Non torna quindi a Montecitorio l´ex parlamentare forzista Peppino Calderisi. Nettissima la vittoria anche in Emilia, nel collegio di Fidenza-Parma, dove nel 2001 era stato eletto l´ex ministro della Quercia Pierluigi Bersani. Pure a Gallipoli, il collegio di Massimo D´Alema, l´Ulivo ha vinto senza difficoltà, sfiorando il 60%.
Risultato inequivocabile, insomma. E i leader del centrosinistra si ritrovano a festeggiare il riuscito debutto della “Gad”, la Grande alleanza democratica messa in piedi da Romano Prodi. «E´ un “cappotto”, è una bellissima giornata con il popolo che dice al centrosinistra: tornate al governo», esulta così il leader della Margherita Francesco Rutelli. «Una vittoria costruita sull´unità ritrovata attorno a un progetto alternativo a quello del centrodestra», per Arturo Parisi. «Con la Gad e con la federazione, il centrosinistra ha dimostrato di avere una marcia in più», gli fa eco Enrico Boselli. «Un altro segno della crisi di consenso che investe la maggioranza di governo», sottolinea Fausto Bertinotti.
Nel centrodestra si tende a minimizzare. «Purtroppo questa è la dura legge delle suppletive, che hanno percentuali di affluenza molto basse», dice ad esempio Gianni Alemanno, «ma il risultato non ha valore politico». Il solo ad ammettere francamente la sconfitta è Marco Follini: «Non è un cataclisma», afferma, «ma le cose vanno chiamate con il loro nome, non servono giri di parole». Una sconfitta, appunto.