15 Marzo 2006
Elezioni: spoglio elettronico, società sarda diffida ministero
Fonte: Ansa
CAGLIARI – Sulla sperimentazione dello spoglio elettronico per le elezioni politiche del 9-10 aprile pesa una diffida di una societa’ sarda, la Ales srl con sede a Salargius (Cagliari): contesta le modalita’ di affidamento del servizio e inibisce l’uso del programma di cui l’impresa isolana rivendica la paternita’, accusando la societa’ che dovra’ gestire la procedura di essersi appropriata del cuore del progetto informatico, di averlo ceduto ‘per sempre’ al ministero e per questo la cita per danni per oltre 9 milioni di euro.
L’atto di diffida e’ stato notificato al ministero dell’Interno, al Dipartimento per l’innovazione presso la presidenza del Consiglio dei ministri, e alle due societa’ operative del ministero dell’Innovazione, Sviluppo Italia spa e Innovazione spa: le stesse che avrebbero conferito ad un raggruppamento di imprese tra Telecom, Accenture e Eds l’incarico di sperimentare lo spoglio elettronico delle prossime Politiche.
‘L’affidamento e’ irregolare – denuncia l’amministratore unico della societa’ sarda, Antonio Puddu – non c’e’ stato nessun bando di gara, ne’ una trattativa privata multipla: eppure i tempi tecnici per indirle c’erano eccome!
Altro che i motivi d’urgenza addotti dal ministero per giustificare una procedura che riteniamo illegittima: quella di aver semplicemente rinnovato un vecchio contratto di servizio.
Di fatto, cosi’ come era accaduto per la sperimentazione in Liguria alle Regionali del 2005, ci hanno emarginato e quindi escluso da qualsiasi possibilita’ di partecipare a nuove forniture’.
Nel raggruppamento di imprese riammesse per i test alle prossime Politiche figurerebbero le stesse societa’ a cui Ales nel 2004, in occasione della sperimentazione per le Europee, cedette 2500 licenze d’uso del suo programma.
Da qui la diffida per impedire l’utilizzo di un numero superiore a quello ceduto dall’impresa sarda attraverso ‘un’intesa negoziale’. ‘Noi siamo convinti che il nostro programma ci e’ stato ‘scippato’ – spiega Puddu – e ora non vogliamo che venga utilizzato in misura difforme da quanto avevamo autorizzato’.
Il ministro Stanca aveva gia’ replicato alla Ales all’epoca delle prime contestazioni: ‘Alla societa’ sarda niente piu’ e’ dovuto. Abbiamo utilizzato su licenza d’uso il software in parte sviluppato da questa societa’ nelle elezioni Europee ed il rapporto e’ finito li’. Poi e’ stato sviluppato un software con tecnologie diverse che restera’ di proprieta’ dello Stato’.
Il debutto della procedura e del software della Ales, denominato ‘Seggio elettorale elettronico e-voto’, risale al 2001: con regolare autorizzazione del ministero dell’Interno, per la prima volta in Italia viene sperimentato con successo in alcuni comuni della Sardegna in occasione delle Politiche.
Nel 2004 la cessione di una parte delle licenze al gruppo di imprese vincitrici della gara bandita da Innovazione spa; poi, l’anno successivo, con l’esclusione della piccola impresa sarda dalla sperimentazione alle Regionali, comincia il braccio di ferro con il ministero di Lucio Stanca e le aziende aggiudicatrici.
La controversia approda nella primavera del 2005 davanti al Tar del Lazio, quando la Ales promuove un ricorso per ottenere copia della documentazione della gara indetta da Innovazione spa.
Nel febbraio di quest’anno l’atto che precede la diffida: l’agguerrito imprenditore cita in giudizio davanti al Tribunale civile di Roma la societa’ Eds alla quale chiede un risarcimento di oltre 9 milioni di euro per aver ceduto a una delle due societa’ operative del ministero, Innovazione Italia, un numero illimitato di licenze (oltre 60 mila, pari al numero di sezioni elettorali) e per un tempo indeterminato, cioe’ per sempre.