Nello schema tradizionale della politica italiana, quella di oggi sarebbe l’ultima giornata della campagna per l’elezione del segretario del Partito Democratico. Voglio far quindi i miei auguri più calorosi a tutti i candidati che si sono spesi per la costruzione di questa grande novità politica. Una novità per la quale ho speso io stesso tutta la mia vita politica.
Come ormai è noto, ho cominciato la mia attività politica il 2 febbraio 1995, pensando proprio all’Ulivo come fusione delle grandi tradizioni riformiste italiane. Un’aggregazione che chiudeva separazioni e divisioni non più storicamente giustificate e che apriva alla costruzione di una forza capace di guidare la trasformazione del Paese.
Ora, dopo 12 anni, questo progetto finalmente si compie, con un contributo popolare aperto e diffuso, con la nascita del Partito Democratico che proprio dell’Ulivo ha rappresentato fin dall’inizio la meta.
A partire da domenica sera questo partito potrà finalmente avviare il suo processo costituente sotto la guida di un segretario, uomo o donna, chiamato a fare avanzare ulteriormente il lungo ed entusiasmante cammino che abbiamo finora percorso.
Il nuovo segretario potrà, da lunedì, mettersi immediatamente al lavoro per dare stabilità alla politica italiana, dedicando al partito le energie che io non vi ho potuto dedicare perché impegnato nella quotidiana complessa e difficile attività di governo.
Un governo che ha fatto uscire l’Italia dalla crisi finanziaria, l’ha rimessa nel cammino dello sviluppo ed ha iniziato le necessarie correzioni alle iniquità prodotte dai cinque anni del governo della destra.
Un governo che funziona e che, in modo progressivo, sta dimostrando coerenza di intenti e capacità di decisione anche nelle più difficili circostanze, avendo il Programma dell’Unione come quotidiano punto di riferimento. Un governo che ha superato le prove più complesse nelle decisioni di politica economica, di politica sociale e di politica estera.
Un governo, quindi, che non ha bisogno di “rimpasti” per funzionare perché già funziona, anche se trovo giusta ogni iniziativa che ne rafforzi il funzionamento a cominciare dal ripensamento della sua struttura, così come della struttura di tutti gli organi istituzionali (rappresentativi ed esecutivi) sia a livello centrale che a livello locale.
Il cammino in questa direzione è già iniziato con l’approvazione in Commissione Affari Costituzionali della Camera (con il contributo forte, convinto e determinato dei parlamentari dell’Ulivo), di un testo di riforma costituzionale tendente a ridurre il numero dei parlamentari, a rafforzare l’esecutivo e, soprattutto, a creare il Senato delle Regioni, superando così il problema del “bicameralismo perfetto”.
Questo lavoro deve continuare nelle sedi opportune, evitando frettolose scorciatoie come avvenuto nella scorsa legislatura. Immediatamente all’inizio dell’anno nuovo, con apposita proposta i parlamentari del Partito Democratico dovranno, con una apposita norma, costruire un disegno complessivo e completo che adatti la quantità e la qualità degli organi centrali e locali alle necessità di un paese moderno.
Un compito che non può essere svolto dalla legge finanziaria o da decreti che hanno altri obiettivi, anche se deve coinvolgere in modo esplicito e delineato l’attività del Parlamento, sulla base di un ampio ed esplicito confronto, e col respiro che un disegno di questo tipo richiede.
Nel frattempo, il Partito Democratico, con l’approvazione dello Statuto, la raccolta di adesioni e l’elezione dei suoi organi dirigenti a tutti i livelli, comincerà la sua vita e potrà farsi carico in modo sempre più responsabile dei grandi compiti che gli spettano.
A chi avrà la enorme responsabilità della conduzione del PD va fin da ora il mio incoraggiamento in questa esaltante sfida. Chi vincerà, ma non solo lui, avrà il dovere di lavorare sempre per un obiettivo comune e per il consolidamento di un progetto che non può essere frutto di personalismi.
Per questo, il mio pensiero va prima di tutto oggi alle italiane e agli italiani che, così come nelle indimenticabili primarie di due anni fa, faranno della prossima domenica una nuova grande festa della democrazia dei cittadini.
Romano Prodi