15 Marzo 2006
Eco: il mio esilio? Ecco cosa volevo dire
Autore: Umberto Eco
Fonte: Corriere della Sera
Caro Mieli, da qualche giorno il Corriere intervista varie persone chiedendo loro se approvano il mio proposito di emigrare in caso di vittoria berlusconiana.
Giornalisticamente le risposte sono divertenti, con la gara fiscale tra chi potrebbe permetterselo e chi no, ma mi spiace che agli intervistati sia stato detto che (cito dal Corriere di ieri) io avrei detto «Se dovesse vincere Silvio Berlusconi e tornassimo in un regime come quello degli ultimi cinque anni, io sarei pronto ad andarmene in esilio».
Neppure fossi Giuseppe Mazzini. Per fortuna è proprio sulle vostre pagine che Sergio Romano qualche giorno fa aveva dato prova di buon giornalismo, andando alla fonte e riferendosi alla registrazione della serata in cui avrei fatto quella promessa.
Romano ha scritto, riferendosi a me: «e ha concluso, mi sembra, ricordando che lui, fra qualche mese, sarebbe andato in pensione e che avrebbe avuto meno problemi di chi, per ragioni di lavoro, fosse stato costretto a restare». Romano ricordava in modo sostanzialmente giusto.
Infatti, davanti a una platea fondamentalmente solidale, incitando gli eventuali delusi a votare in ogni caso, avevo detto, nel prefigurare altri cinque anni di sfacelo delle istituzioni: «pazienza per me, che a ottobre me ne vado in pensione e potrei pure decidere di vivere all’estero, ma la maggioranza di voi in questo paese ci deve restare».
Un modo un poco paradossale per dire «non sto parlando nel mio interesse, ma nel vostro».
Perché ci tengo a precisare? Anzitutto per il desiderio di leggere per i prossimi giorni qualcosa di nuovo, e in secondo luogo perché se minacciassi di andarmene sarei un vanesio, il quale ritiene che il suo «esilio» possa gettare il Paese nel più profondo sconforto.
Invece, così come è stata formulata, la mia affermazione appare per quello che era, la prefigurazione di un futuro minaccioso per tutti. E mi pare, a giudicare dal tuo editoriale della settimana scorsa, che questo futuro sembri preoccupare anche te – e ho l’impressione che, se vince il Polo, visto che non sei come me in età pensionabile, sei tu che dovrai andare a cercar lavoro all’estero.
Con tutta la mia solidarietà, il tuo Umberto Eco