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7 Maggio 2001

Ecco chi pagherà meno tasse se vince Rutelli o Berlusconi. Famiglie e redditi più bassi premiati dall’Ulivo, single e più abbienti dal Polo

Autore: Massimo Baldini
Fonte: Affari e Finanza

L’Irpef rappresenta uno dei principali terreni di scontro di questa campagna elettorale. La Casa delle Libertà propone due soli scaglioni, da 0 a 200 milioni e oltre i 200 milioni, con aliquote rispettivamente del 23% e del 33%, che si dovrebbero applicare dopo aver abbattuto la base imponibile per un importo variabile a seconda della numerosità del nucleo familiare, pari a 15 milioni per una persona sola, 20 per la coppia e 22 per nuclei più numerosi.
Il programma dell’Ulivo prevede invece la riduzione a tre del numero degli scaglioni, dai cinque attuali, e una struttura di detrazioni tale da esentare dal pagamento dell’imposta un single con redditi fino a 18 milioni, o una famiglia di quattro componenti con redditi non superiori a 45 milioni. L’obiettivo di elevare decisamente il minimo esente può essere realizzato con una detrazione decrescente all’aumentare del reddito imponibile, come le attuali detrazioni per redditi da lavoro, che si annulla per redditi elevati.
Tutte e due le proposte implicano una perdita di gettito: a quanto ammonta, e come si distribuisce il beneficio fiscale tra le famiglie? Applicando la proposta del Polo ad un campione rappresentativo dei redditi delle famiglie italiane, si è verificato che essa produrrebbe una perdita di gettito, rispetto al 2000, valutabile attorno agli 80.000 miliardi, cioè 1/3 del livello attuale del gettito Irpef. Quanto allo schema dell’Ulivo, si è calcolata la riduzione di gettito coerente con i livelli di esenzione promessi: se la detrazione è funzione inversa dell’imponibile, una struttura con tre scaglioni (30% da 0 a 60 milioni, 35% da 60 a 200, 40% oltre) determina perdite di gettito variabili a seconda della velocità con cui la detrazione si riduce, e comprese tra 45.000 e 65.000 miliardi.
Oltre all’aspetto della riduzione globale del carico fiscale, un problema di grande interesse riguarda come la riduzione si distribuirà tra i contribuenti. Abbiamo quindi effettuato un confronto tra gli effetti distributivi della proposta del Polo e dell’alternativa “estrema” dellUlivo, che prevede una perdita di gettito di circa 65.000 miliardi, e ci chiediamo chi beneficerà maggiormente degli sgravi.
Entrambe le alternative producono riduzioni del carico fiscale per tutti i contribuenti. Nel caso del Polo sono particolarmente forti per chi non ha carichi familiari e per i soggetti più ricchi, mentre i pensionati beneficiano di uno sgravio contenuto. La proposta dell’Ulivo determina riduzioni di prelievo concentrate soprattutto a favore dei redditi bassi e con rilevanti carichi familiari. Dato un reddito familiare di circa 40-45 milioni, il nucleo con 4 componenti è più avvantaggiato rispetto al single, risultando in pratica esentato dall’imposta. La presenza di figli abbassa notevolmente l’imposta. Il calo è forte anche per i contribuenti più ricchi, anche se non nella misura del Polo.
Ordinando le famiglie italiane per valori crescenti di reddito imponibile, risulta che la pressione fiscale diminuisce per tutti, ma nel caso dell’Ulivo l’imposta risulta annullata per il 40% meno abbiente della popolazione, contro il 20% del Polo. La proposta dell’Ulivo sgrava dall’imposta i primi ¾ meno ricchi delle famiglie in misura maggiore di quella del Polo, mentre il 20% più ricco otterrebbe maggiori vantaggi nello schema del Polo. Più precisamente, nel caso dellUlivo, i maggiori beneficiari della riduzione di imposta sarebbero i sei milioni di nuclei situati nella fascia mediobassa della distribuzione del reddito, per i quali l’aliquota media di imposta passerebbe da circa il 13% a valori prossimi allo zero, contro una riduzione di 6 punti realizzata dal Polo. Viceversa, per il 20% più ricco della popolazione la riduzione del prelievo corrisponderebbe a 8 punti di reddito per il Polo (dal 27% al 19%), a 3 per l’Ulivo (dal 27% al 24%).
Sembra che il Polo abbia intenzione di modificare la sua proposta nel senso di una maggiore generosità verso le famiglie con figli, ma l’aumento della soglia esente provocherebbe inevitabilmente una ulteriore perdita di gettito, che non è al momento quantificabile visto che non ci sono indicazioni precise. In sostanza, delle due l’una: o si abbassano molto le aliquote, e allora non è possibile essere molto generosi con le famiglie numerose, oppure si mantengono le aliquote ad un livello più elevato, e allora è possibile effettuare una redistribuzione dai gruppi ad alto reddito a quelli con reddito mediobasso e con carichi familiari. I due termini di questo dilemma (basse aliquote e salvaguardia delle famiglie meno abbienti) non possono essere tenuti assieme, a meno di assumere che non vi siano vincoli di bilancio.