2222
14 Novembre 2005

E Prodi lavora al doppio turno

Autore: Claudio Sardo
Fonte: Il Mattino

Legge elettorale a doppio turno. Quorum più alti per le riforme costituzionali. Nuovo regime del finanziamento della politica (meno soldi ai partiti, più alle coalizioni). Regolazione pubblicistica delle primarie. Sono alcune delle proposte istituzionali, formulate dal gruppo di lavoro che «Governareper» (il laboratorio ulivista che affianca Romano Prodi dagli esordi della Fabbrica) ha riunito lo scorso fine settimana a Bologna.

Il testo di sintesi – tre cartelle in tutto – è da un paio di giorni sulla scrivania del Professore. E vista la composizione del gruppo – tra gli altri Leopoldo Elia (coordinatore), Arturo Parisi, Augusto Barbera, Salvatore Vassallo, Stefano Ceccanti, Franco Bassanini, Michele Salvati, Gad Lerner – è inevitabile che peserà nella stesura del programma dell’Unione, rappresentando almeno il possibile denominatore comune di Ds e Margherita.

Nello scorso week-end Prodi ha riunito a Bologna gruppi di lavoro anche su altri capitoli del programma. Ma i risultati del gruppo «politica e istituzioni» erano sicuramente tra i più attesi: perché, tra devolution e legge elettorale della Cdl, il tema è al centro del conflitto politico e perché in materia le divisioni dell’Unione sono tutt’altro che marginali.

Anche nel gruppo di Elia la discussione è stata vivace, soprattutto sulla legge elettorale. Tanto che il documento finale non presenta una soluzione univoca, rimandando ad «una ulteriore riflessione». I partecipanti, comunque, hanno largamente condiviso la preferenza per il sistema a doppio turno, basato su collegi uninominali maggioritari.

Conclusione non scontata dal momento che, tra i partiti, solo i Ds sostengono questa soluzione. Tuttavia, proprio il timore che l’intesa sul doppio turno risulti difficile ha indotto il gruppo a suggerire a Prodi due subordinate (elencate «in ordine decrescente di consenso»).

La prima subordinata è la cancellazione della legge proporzionale della Cdl e il ritorno al Mattarellum (che non escluderebbe – è scritto nel documento – «ulteriori e diverse intese nel corso della legislatura»).

La seconda, nel caso mancasse il consenso per eliminare la proporzionale, consiste nella riduzione dell’ampiezza delle circoscrizioni e nell’aumento dell’entità del premio di maggioranza, per garantire almeno più stabilità ai governi.

Sulla revisione costituzionale, l’indicazione netta per il programma di Prodi è di «sottrarre alla maggioranza il controllo unilaterale» delle modifiche alla Carta. All’Unione è chiesto l’impegno di «autolimitare», nella prossima legislatura, il principio di maggioranza non solo sulle riforme costituzionali ma anche sull’elezione degli organi di garanzia. In ogni caso, nel programma va inserito l’innalzamento dei quorum per la revisione costituzionale.

Con due opzioni: portare a due terzi o tre quinti il quorum per l’intero testo o prevedere i due terzi solo per la prima parte della Carta e per alcuni parti della seconda.

Il documento presentato a Prodi, comunque, contiene anche robuste proposte di riforma costituzionale (da offrire al confronto con il centrodestra): tra queste, l’istituzione di un «vero Senato federale» (che non dà la fiducia al governo) e un rafforzamento dei poteri del premier (che può richiedere lo scioglimento delle Camere e che può essere sostituito, in corso di legislatura, solo da un premier scelto da una maggioranza «sostanzialmente identica»).

Il tutto fondato, ovviamente, sulla certezza che l’Unione vincerà la battaglia referendaria contro la devolution. Infine il documento illustra una serie di proposte per potenziare il bipolarismo.

Nuove norme sul finanziamento della politica, sulla costituzione dei gruppi parlamentari e sulla comunicazione elettorale possono spostare risorse dai partiti alle coalizioni. E una disciplina pubblicistica delle primarie (per gli organi monocratici) può offrire l’opportunità agli elettori di entrambi i Poli.