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27 Luglio 2005

E la norma anti-Caselli rischia l’effetto boomerang

Autore: Giovanni Bianconi
Fonte: Corriere della Sera

ROMA — Prima hanno fatto una legge, poi un decreto legge, infine un emendamento alla nuova legge. Governo e maggioranza volevano essere proprio sicuri che Gian Carlo Caselli non venisse nominato superprocuratore antimafia, come del resto ha candidamente ammesso il principale protagonista parlamentare di questa vicenda, il senatore di An Luigi Bobbio: «Certo che la norma serve a escluderlo da quell’incarico, non lo merita».


Alla fine s’è capito che tanto «accanimento legislativo» era inutile, perché i numeri al Consiglio superiore della magistratura sembrano a favore dell’altro candidato: l’attuale procuratore di Palermo, succeduto nel ’99 proprio a Caselli, Piero Grasso. A suo favore ci sarebbe una maggioranza formata dai «laici» del centrodestra e dai «togati» delle correnti moderate.

Così nell’ultima settimana al Csm s’è tentata la corsa a votare prima che la legge sull’ordinamento giudiziario (che contiene la norma anti-Caselli) entrasse in vigore. Con una paradossale inversione dei ruoli. Quelli che nei mesi scorsi frenavano in attesa della riforma hanno provato ad accelerare, in modo da respingere l’ex procuratore di Palermo ai voti anziché per legge. Al contrario, i sostenitori di Caselli che in principio volevano seguire le vecchie regole, giunti al traguardo e percepita la sconfitta ai voti, hanno rallentato in attesa dell’esclusione per mano del Parlamento.


Sono state richieste riunioni straordinarie del plenum per votare subito, ma il presidente della commissione incarichi direttivi (Francesco Menditto, di Magistratura democratica) non ha presentato la sua relazione bloccando la procedura, e ancora ieri ha invitato a discutere gli effetti della nuova norma.

Per il centrodestra è solo ostruzionismo, in modo da far passare Caselli come una vittima anziché un candidato bocciato da regolare maggioranza; per Menditto, invece, è la logica conseguenza della norma che esclude dalla corsa ai vertici degli uffici giudiziari chi ha superato i 66 anni di età anche nei concorsi già avviati.


Mentre l’una e l’altra parte si scambiano reciproche accuse di scorrettezza istituzionale, la firma di Ciampi ha avvicinato ulteriormente l’entrata in vigore della norma anti-Caselli. Manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, dopodiché sarà immediatamente operativa proprio grazie all’emendamento del senatore Bobbio.

Che a questo punto potrebbe trasformarsi in un boomerang per gli avversari, dichiarati e non, del magistrato torinese. Perché l’esclusione per legge apre la strada a ricorsi che potrebbero arrivare fino alla Corte costituzionale.

C’è chi ritiene, infatti, che l’applicazione della nuova regola alle procedure in corso sia in contrasto con le competenze del Csm, con la ragionevolezza delle norme e con il buon funzionamento della pubblica amministrazione garantiti dalla Costituzione. E l’approdo alla Consulta non è affatto da scartare.

Anche perché, oltre alla Superprocura, la riforma si applica a tutti gli altri concorsi, col rischio di azzerarne alcuni dove attualmente non ci sono candidati sotto i 66 anni. Venerdì la commissione del Csm tornerà a riunirsi, e comunque la nomina del successore di Vigna prima della sua scadenza (il 3 agosto) è ormai impossibile.

Ora la tendenza sembra quella di attendere la ripresa autunnale per evitare che la nomina di Grasso venga considerata come una scelta di una fazione dell’antimafia contro l’altra. Ma non è detto che la legge contra personam abbia finito di provocare effetti collaterali non sempre prevedibili.