7 Ottobre 2005
Con la Salva-Previti via un processo su due
Autore: Dino Martirano
Fonte: Corriere della Sera
ROMA – Legge «Salva Previti»: al Palazzaccio salterà un processo su due, calcola il Ced della Cassazione. «Verificherò ma credo che sia importante fornire dati omogenei, altrimenti si fa fatica a comprendere», replica prudente il Guardasigilli Roberto Castelli (Lega). Il centro elaborazione dati della Corte ha fatto i suoi conti: con la ex Cirielli, che taglia i tempi di prescrizione dei reati pur inasprendo le pene per i recidivi, andrà al macero quasi metà (tra il 42,02 e il 49,09%) dei circa 28 mila processi pendenti in Cassazione.
La valutazione dell’impatto delle nuove norme, precisa la nota inviata dal Ced al primo presidente Nicola Marvulli che poi l’ha girata al capo dello Stato e al Guardasigilli, «è certamente sottostimata»: «Si è infatti ipotizzato che i processi fossero tutti celebrati oggi, sicché al momento della effettiva celebrazione potrebbero certamente intervenire ulteriori prescrizioni, oltre quelle in questa sede calcolate».
Della nebbie dei giorni scorsi, quando l’Udc ha imposto uno stop alla ex Cirielli, ecco che spuntano i primi dati omogenei. Se le cifre a lungo lavorate dallo staff di Castelli fissano al 28% la media dei processi estinti per prescrizione in appello, la Corte è riuscita ad elencare l’effetto della ex Cirielli su 15 tipologie di reato specificando che i ricorsi presi in considerazione sono 3365.
La Cassazione, così, ha potuto fornire la «forbice», la percentuale minima e massima (a seconda dell’interpretazione che verrà data della norma) dei processi da considerare morti con la legge fortissimamente voluta da Forza Italia. Ecco i numeri: corruzione per atto contrario a dovere d’ufficio (88,8-81,4%), maltrattamenti in famiglia (67,1-35,5%), calunnia 67,4%, omicidio colposo (56,9-36,8%), truffa (65,3-52,7%), truffa aggravata 73 %, usura 64%, ricettazione 40,7%, bancarotta fraudolenta 26%.
Dalla nota della Cassazione emerge la preoccupazione dei vertici della Corte. Tant’è che gli ultimi due paragrafi sono dedicati alla «ambigua formulazione» della norma transitoria sui processi già definiti in appello e giunti alle soglie della Cassazione. Ecco il calcolo: si computa il nuovo termine di prescrizione (più breve dell’attuale), poi si somma il «bonus» di un anno di prescrizione previsto dalla nuova norma e, solo alla fine, si verifica se il processo è morto oppure no. Nel caso dell’onorevole Previti, il cui processo per corruzione è stato definito in appello nel 2005, il computo con la nuova legge dice che la prescrizione scatterà fin dal 2004.
«Dovrei valutare i criteri con cui sono stati elaborati» i dati della Cassazione, commenta Castelli che torna a scontrarsi con Pier Ferdinando Casini accusandolo di mancanza di fair play per aver divulgato il contenuto della lettera con cui la Camera (su domanda di Anna Finocchiaro, ds) chiede al Guardasigilli i dati della Cassazione. La Camera replica: «Nessuna lettera è stata divulgata».
Ma, ora, nella Cdl An prende l’iniziativa per dimostrare che la «Salva Previti» è «anche una buona legge» che introduce un giro di vite per i recidivi. Gianfranco Fini, insieme a Ignazio La Russa e Luigi Bobbio, ha pure ipotizzato di salvare solo le norme sulla recidiva: «Questa parte non può essere accantonata». Il centro sinistra, intanto, affila le armi: «E’ evidente che Castelli ha preso in giro il Parlamento», attacca Giuseppe Fanfani della Margherita. Giovanni Kessler (Ds): «I dati della Cassazione smascherano il tentativo del ministro Castelli di fornire numeri parziali e addomesticati». Se ne riparla in aula, a fine ottobre.