Sì, perché per effetto
del nuovo sistema proporzionale si potrebbe anche registrare la vittoria
dell’Unione alla Camera e quella del centrodestra al Senato.
E allora, a
differenza di altri leader politici che sull’argomento sono molto più prudenti,
Prodi si sbilancia promettendo di rimettere il giudizio in mano agli elettori.
Se poi gli si chiede qual è l’alternativa all’attuale legge, il discorso si
complica. Il leader dell’Unione spiega ai microfoni di Radio Capital che ne ha
già «cominciato a discutere con gli esperti», ma che ancora non ha trovato una
soluzione definitiva: «Si potrebbe puntare a una legge di tipo tedesco, con uno
sbarramento al 5 per cento e premio di maggioranza. Oppure tornare al
maggioritario che prevedeva tre quarti di collegi uninominali».
Cioè, come è
stato dal ’94 al 2001. Ma in entrambi i casi, precisa il Professore, l’obiettivo
è chiaro: «Serve una legge che dia stabilità al governo per cinque anni e che
aiuti l’accorpamento dei partiti, non le divisioni». Fin qui la legge elettorale
«che dovrà essere fatta per tutti, non solo per il centrosinistra».
CONFLITTO DI
INTERESSI — Ci sono invece altre leggi, che si faranno comunque in caso di
vittoria del centrosinistra. E Prodi, fra tutte quante, indica quella sul
conflitto di interessi: «Bisognerà cambiare l’attuale normativa. Mi rimproverano
di non avere fatto niente quando ero al governo. Ma io non pensavo che si
arrivasse agli abusi a cui si è arrivati. E adesso bisogna proprio rifare quella
legge». Invece sui Bot esclude ogni intervento, con ironia: «Tassarli? Sì e poi
magari mangiamo anche i bambini: ho appena finito di mangiarne due o tre». Poi
si scende a parlare di liste. E su quelle civiche il leader dell’Unione esprime
la sua posizione che, da sempre, è più aperta di quella espressa da Francesco
Rutelli: «Certo, alla fine abbiamo deciso di evitare ulteriori frammentazioni.
Però in certe occasioni potevano servire».
LISTE CIVICHE — Ma dalla Calabria
arriva una minaccia che fa impensierire il partito di Rutelli. Il governatore
della Calabria, Agazio Loiero, denuncia: «I miei amici sono rimasti tutti fuori
dalle liste e sono intenzionati a fare un’altra cosa. Non posso lasciarli soli:
mi sono sempre stati vicini e hanno un sacco di voti». In altre parole Loiero
minaccia di correre da solo, insieme ai suoi «amici esclusi» in una lista civica
calabrese. Risposta secca di Rutelli: «Le liste le abbiamo già concluse e anche
gli apparentamenti». Quindi: «Loiero non è candidatissimo perché è presidente
della Regione Calabria». Invece a essere «candidatissimo», dopo le polemiche dei
giorni scorsi, è Giulio Santagata. «Su di lui c’è stato solo un problema di
designazione da parte della componente legata a Parisi», spiega Rutelli. Ma alla
fine, per recuperare il fedelissimo prodiano, si è dovuto ricorrere alla quota
di Romano Prodi e non a quella della Margherita. Nella lista di Prodi sono
sicuri già cinque nomi: Giulio Santagata, Mario Barbi, Paolo De Castro, Ricardo
Franco Levi, Silvio Sircana. Sulla lista unitaria ieri sono avvenuti gli ultimi
ritocchi che interessavano la fascia dei «primi non eletti», vale a dire chi non
è sicuro di farcela, ma può ben sperare in caso di successo del proprio
schieramento. In Toscana e in Emilia, sono stati recuperati alcuni diessini
altrimenti esclusi in virtù del nuovo sistema elettorale. Mentre in Sardegna ha
avuto la meglio la Margherita. In Liguria però c’è una mezza rivolta per
l’esclusione dell’ex presidente di Assindustria, Stefano Zara. Il presidente
della Regione Claudio Burlando ha scritto a Piero Fassino invocando una
soluzione in zona Cesarini.