23 Maggio 2005
Bindi: “Rutelli ripensi la scelta fatta, ma dico no alla lista di Romano”
Autore: Claudio Tito
Fonte: la Repubblica
La Margherita deve «ripensare» la scelta fatta. Ma tutti devono contribuire. Bisogna «sgombrare il campo» dalle minacce di chi vuole una «Lista Prodi» e dalla tentazione della Quercia di dar vita ad una «Cosa 4».
Rosi Bindi conferma il suo ruolo di “pontiere” tra Rutelli e il Professore. Continua a battersi per la Lista unitaria perché considera l´unità la vera arma del centrosinistra per vincere le elezioni. Bacchetta il presidente della Margherita ma invita anche Prodi a lavorare sulla Federazione «senza porre ultimatum».
Lei pensa che la frattura sia ricomponibile?
«Io mi auguro che Prodi torni presto da Mosca e rilanci con forza la Federazione. Nel frattempo si deve lavorare al programma dell´Unione. Questa è la condizione per evitare certi processi negativi e per non chiudere definitivamente di fronte alla scelta della nostra Assemblea federale».
Veramente Rutelli dice che quella scelta è irreversibile.
«Io invece auspico un dibattito più sereno che coinvolga tutta la base. Poi non posso nascondere che alcune cose non hanno aiutato. Quell´intervista di Fassino, ad esempio, è stata a dir poco una forzatura. Lo stesso Prodi non ci ha dato una mano quando ha detto che la moratoria era finita».
Come si fa a far tornare la Margherita sui propri passi?
«Intanto la Fed diventi un corpo vivo impedendo che si verifichino tre cose pericolose».
Ossia?
«Che la Margherita consolidi una vocazione centrista, che i Ds facciano da sponda mettendo in moto un processo che porta alla “Cosa 4″o alla “Cosa 5″e infine che si realizzi un´eventuale dipartita dei prodiani verso una lista del presidente».
Ma concretamente come può intervenire un ripensamento?
«Certo non si può riconvocare subito l´Assemblea. Ma si sappia che questa decisione fa discutere molto. Io avevo chiesto tempo per consultare il partito e non ci è stato concesso. Ora, però, il partito il tempo se lo prende da solo. Se poi la Federazione non si limiterà ad essere un fatto oligarchico, tutto sarà più semplice».
Lei esclude che la Margherita possa essere un punto di riferimento per chi non vuole più votare Berlusconi?
«I delusi del centrodestra non sono alla ricerca di un partito, ma di un governo affidabile. Se innestiamo nell´Unione una competizione tra le sue due principali forze, allontaniamo gli elettori. Eppoi, semmai, si intercetta la classe dirigente in uscita dal Polo, ma non i voti».
Con più liste non si prendono più voti?
«La forza dell´Ulivo è stata sempre l´unità. La Margherita è andata bene alle regionali perché è stata percepita come un partito che univa».
Insomma la Lista unica è indispensabile.
«Molte sono le cose utili. La lista unitaria certamente è un valore aggiunto. L´Unione è una coalizione ardita che va da Mastella a Bertinotti. La Federazione ha la responsabilità di esserne l´architrave. Se mettiamo in competizione Ds e Margherita, quella funzione viene meno e si rende meno affidabile la coalizione».
Rutelli lamenta che le strutture della Fed siano appaltate ai prodiani.
«Anche io ho chiesto a Prodi di condividere di più il processo. Di voler più bene ai partiti».
Adesso, però, sulla testa dell´Unione pende la spada di Damocle della Lista del Presidente.
«Io non la auspico. Dobbiamo puntare a Uniti per l´Ulivo e non a un piccolo Ulivo».
Sospetta che sia in corso un attacco alla leadership di Prodi?
«Non credo che ci sia questa intenzione. Il voto dell´Assemblea è stato sicuramente un messaggio al leader. Forse troppo forte. Ma non si può ignorare che il capo dell´Unione è il presidente della Federazione. Quindi la Federazione deve proprio esserci».
Questa riflessione legittima i sospetti?
«Sarebbe una mossa poco intelligente. Prodi non è uscito rafforzato, ma la sua leadership è forte lo stesso».
Chi pensa alla Lista Prodi forse vuole blindare la leadership.
«Bisogna sgombrare il campo da queste minacce. Il ripensamento nella Margherita ci può essere se non ci sono scissioni, se i Ds ci aiutano e se riparte la Federazione. La Lista Prodi, inoltre, entrerebbe in competizione con la Margherita. E sarebbe la Margherita a farne le spese. Ho già visto cosa è successo con il Ppi e i Democratici».