ROMA — Fausto Bertinotti giura di non aver gioito per le bacchettate di Eurostat, che non è « un tribunale indiscutibile » . Si dice europeista ma sogna un’altra Europa, che butti a mare la « prigione » di Maastricht e il trattato costituzionale. E se gli dite che contro il Patto di Stabilità è sulla linea di Berlusconi ( nelle premesse, almeno) vi risponderà di sentirsi in buona compagnia con Schröder, Chirac e Zapatero. Quanto a Prodi, la smetta di guardare agli anni della sua Commissione.
Vuole ancora buttare a mare Maastricht?
« Sì e siamo in buona compagnia. Prodi definì ” stupido” il trattato e ora anche i governi dicono che è una prigione » .
La Cdl sospetta che dietro l’affondo di Eurostat ci sia la manina di Prodi .
« Questo non sta né in cielo né in terra » .
Berlusconi ha parlato di burocrati, di ominidi…
« Non mi convince l’invettiva contro l’intervento dell’Europa quando è contrario alle proprie politiche. La critica al governo può anche appoggiarsi alle indicazioni di Eurostat, ma non lo consideri un tribunale indiscutibile » .
Ha ragione chi definisce « ossessiva » la stabilità che l’Europa ci chiede?
« Maastricht è claudicante dall’inizio e noi l’abbiamo detto da sempre. Avrebbe dovuto definire parità di bilancio e, simmetricamente, occupazione e lotta alla povertà. Ma poi quella parte del trattato a cui Jacques Delors teneva molto fu depennata. La politica che ha ispirato il Patto è fallita » .
Le piace il supereuro?
« È evidente che una politica di euro forte e dollaro debole indebolisce la competizione delle merci. L’Europa potrebbe fare invece politiche di sviluppo in grado di compensare e persino sormontare questo differenziale determinato dalla moneta. Una politica di accrescimento di salari e pensioni » .
A Bruxelles in 60 mila hanno detto no alla direttiva che liberalizza i servizi. Cresce una critica da sinistra?
« Sta crescendo nella società una critica che, per la prima volta da sinistra, propone non una resistenza nazionalista ma un’altra Europa. La Sinistra europea dà voce a questa grande novità che incontra anche posizioni di governi nazionali. Chirac ha definito la direttiva Bolkestein inaccettabile » .
E in Francia i no al trattato sono più dei sì.
« Non sarò così propagandista da dire che le diverse forme di opposizione sono tutte dello stesso segno, ma in Francia la maggioranza delle forze che si battono per il no alla Costituzione lo fa in nome di una critica da sinistra.
Una parte importante del Partito socialista francese, il Pcf, la sinistra antagonista…
Non è euroscetticismo, è una critica a un trattato senza democrazia, che non fa della pace un elemento costitutivo e che subordina i diritti dei lavoratori alla competitività » . « Sì, certo. Se in un grande Paese il trattato sarà sconfitto si aprirà, sia pure in maniera traumatica, la strada a una costituzione costruita dai popoli » .
Lei sarà l’unico a sinistra a votare contro.
« In Italia sì. Mentre il trattato in un giudizio referendario si no divide, la prosecuzione della battaglia per riformarlo unisce, perché lo schieramento dei critici è molto ampio » .
Con Berlusconi che dà addosso alla vecchia Europa, Prodi avrà bisogno dell’intero centrosinistra per difendersi…
« Se prende le distanze Delors, che fondò Maastricht, non vedo perché non possa farlo Prodi. Restare inchiodati al passato è cosa intimamente contraddittoria con una cultura riformatrice » .
Consiglia a Prodi di guardare avanti? « Sì, assolutamente. L’esistente è Berlusconi, l’esistente è questa precarietà nel lavoro, questo disarmo del pubblico nell’economia, è la crisi delle grandi industrie nazionali. Questo è l’esistente e questo è Berlusconi, la cui chiusura conservatrice antieuropea esprime una crisi di prospettiva » .
Questa Europa somiglia più a Berlusconi o a Prodi?
« Questa Europa è parte di questo esistente, naturalmente senza l’estremismo delle destre » .
Berlusconi ha combattuto il Patto proprio come lei.
« Solo un suicida può pensare che in tempo di recessione debbano vivere politiche rigoriste. A partire dal fatto che uno non è suicida c’è poi una destra e una sinistra e su questo sono d’accordo, in forme diverse, Chirac, Schröder, Zapatero e Berlusconi. Tutti, perché non vogliono morire.
Poi gli uni pensano di tagliare le tasse, gli altri di ridistribuire il reddito » .
Se l’Unione andrà al governo potrebbe convenire anche a Prodi avere parametri più elastici.
« Avere parametri più elastici è la riduzione del danno.
Quel che converrebbe a Prodi è un nuovo trattato sociale che dia obiettivi condivisi a tutti i Paesi » .
Per governare col Prc, Prodi dovrà rivedere il suo europeismo?
« Nessuno gli chiede una conversione, dovrà mettersi nella condizione di poter dialogare con questo nuovo europeismo che cresce da sinistra. Un politico riformatore dovrebbe vedere in questo una grande occasione».