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14 Febbraio 2006

Berlusconi: “A Fini e Casini oggi dirò basta. Con queste polemiche non si va lontano”

Autore: Augusto Minzolini
Fonte: La Stampa

«Domani (oggi, ndr) c’è solo una colazione, o meglio, c’è un invito a colazione. Dobbiamo guardarci negli occhi io, Fini e Casini. Vede, Casini in questi giorni ha dato molte punture di spillo, specie al sottoscritto. Per cui dobbiamo chiarirci un momento. E capire tutti che queste cose non si possono più fare in campagna elettorale. Saremo noi tre e basta, proprio per dirci tutto quello che ci dobbiamo dire. Quindi non è il caso di parlare di un vertice, perché altrimenti dovrebbero essere presenti tutti i leader dei partiti che compongono il nostro schieramento…».

Silvio Berlusconi parla con il tono annoiato e paziente di chi conosce a memoria il rituale delle polemiche e dei chiarimenti che regola da anni i rapporti tra i partiti della sua coalizione di governo.

Anche questa volta è bastato che questo giornale ipotizzasse l’intenzione del premier di proporre un nuovo contratto in otto punti con gli italiani per scatenare una mezza baraonda: gli alleati hanno subito sparato sull’idea e si sono lamentati di non essere stati avvertiti.

Certo, nel centro-sinistra non stanno meglio, visto che Romano Prodi per scansare un problema si è dimenticato di inserire la Tav in un programma di ben 281 pagine, ma è una magra consolazione per il Cavaliere.

«Ho visto la “par condicio” uso Rai – osserva sconsolato Berlusconi -, ha visto quanto è bella? Ieri in Rai ci sono state solo bordate contro di me usando la satira che non è satira ma un vero attacco politico. Hanno cominciato con Cornacchione a “Che tempo che fa” e poi hanno continuato con la Dandini. Il problema è uno solo: c’è un’autorità che guarda e penalizza una parte sola e questo è veramente inaccettabile…».


Presidente, però sono stati i suoi alleati che le hanno impedito di riformare la “par condicio”. Alla fine torniamo sempre a loro?

«Lasciamo perdere per carità di Patria… Anche queste polemiche sul programma sono infondate. Vede, io ancora non ho parlato del programma con gli alleati, dato che avevamo deciso di farlo proprio in questi giorni. Oggi, per la prima volta ho dedicato tre ore del mio lavoro pomeridiano a questo problema. Ecco perché non so da dove sono venuti fuori quegli otto punti che avete pubblicato».


Beh, i suoi esperti ne parlano e quei punti sono, nei fatti, una raccolta di quello che lei ha detto fino ad oggi…

«Certo il nostro programma non può che essere la continuazione del piano di riforme e di modernizzazione del Paese che noi abbiamo in buona parte realizzato. Appunto, dobbiamo attuare le riforme che abbiamo già fatto e continuare a modernizzare il Paese con altre riforme che indicheremo in maniera precisa. Il tutto con la nostra filosofia di ridurre il costo dello Stato, in modo da far pagare meno tasse ai cittadini. Con l’applicazione della flessibilità nella disciplina del lavoro, in modo da arrivare alla piena occupazione. Con il piano della sicurezza che prevede un incremento del numero dei carabinieri e dei poliziotti di quartiere. Poi proseguiremo con gli aiuti e i sostegni alle famiglie. Daremo anche, alle famiglie che non hanno un reddito superiore ad una certa somma, un aiuto per i libri di testo. Vareremo un programma importante di edilizia, per chi ha bisogno di una casa. Per le imprese e in particolare le piccole pensiamo di fare la Tremonti-ter per favorire l’innovazione. E completeremo la realizzazione del piano decennale per le grandi opere. Un obiettivo importantissimo, visto che il traffico merci attraverso l’arco alpino è passato dai 19 milioni di tonnellate del ‘67 ai 160 milioni di tonnellate e oltre del 2005. Insomma, è aumentato di otto volte».


Ma farà un nuovo contratto con gli italiani, oppure no?

«Probabilmente lo farò, ma debbo parlarne prima con i miei alleati. Siccome noi partiamo da un contratto stampato, scritto e realizzato in questa legislatura, la continuazione non prevede parole nuove, ma il proseguimento dell’attività di governo di questi anni con qualche cosa in più: sono quelle proposte che ho annunciato nei comizi di queste settimane a Firenze, Modena, Ancora. Le ho dette quasi tutte…».


Dovrà recepire, però, anche le proposte dei suoi alleati…

«Certo, ma la base deve essere assolutamente il programma del 2001. Non possiamo fare un programma generico come quello della sinistra che dice “dobbiamo sostenere le famiglie”, “dobbiamo sostenere la scuola” ma non come. Poi dice a tutti sì, per cui “io mangio, tu mangi, egli mangia”, e alla fine diventa solo una raccolta di promesse impossibili, ma intanto si dimenticano la Tav».


Quindi, le linee generali del suo programma già ci sono…

«Guardi, io non voglio litigare con i miei alleati. Per questo le ripeto che io comincerò a parlare del programma nei prossimi giorni. Anche perché non c’è molto da innovare. E’ una cosa già scritta. C’è solo da vedere che cosa inserire nel programma esistente».


Non ha in serbo nessuna sorpresa?

«No, no, no. Sarà molto pragmatico. Ci saranno scritti obiettivi come i diecimila carabinieri di quartiere, gli 800 euro ai pensionati…».


Non sarà lungo 281 pagine come quello dell’Unione?

«No, al massimo sarà di qualche pagina. Non è necessario scrivere molto. Esiste già il programma del 2001, che io ho sempre sotto gli occhi».


Non accetterà dai suoi alleati neanche quei distinguo che spuntano come funghi nell’Unione. Ha visto, ad esempio, le dichiarazioni dell’esponente di Rifondazione, Marco Ferrando, che giustifica l’assassinio dei nostri carabinieri a Nassiriya?

«Mi hanno colpito. Volevo fare una dichiarazione ma poi ho lasciato perdere perché sono parole che si commentano da sole. Sono parole inaccettabili e indegne».


D’Alema oggi ha messo i soldati americani sullo stesso piano dei kamikaze…

«Assurdo. Sono davvero perplesso, per non dire di peggio. Di là ci sono solo contraddizioni. Solo che non si riesce a farlo capire. Quando parlo con la gente, impiego il 95% del mio tempo a spiegare quello che abbiamo fatto e quello che faremo. Poi certo, per attirare l’attenzione di una platea per due ore e un quarto bisogna lasciarsi andare a battute di spirito ironiche e i miei avversari parlano solo di queste. Ad esempio, dopo aver citato dieci codici ho spiegato ridendo che solo Napoleone aveva fatto di più. Era una battuta di spirito, ma hanno scritto che mi sono paragonato a Napoleone. Quando in un discorso ho pronunciato la frase “che cosa può fare un povero Cristo in politica quando si trova…”, hanno detto che mi sono paragonato a Gesù. Ma scherziamo?! La verità è che i miei avversari sono dei disinformatori assoluti, sono dei professionisti nel contraffare la realtà… E adesso con l’avvento della “par condicio” avrò più difficoltà a difendermi da queste menzogne».