15 Febbraio 2006
Armando Spataro: “Norme incostituzionali, il Quirinale inascoltato”
Autore: Liana Milella
Fonte: la Repubblica
La chance concessa al pm, la scoperta di una nuova prova “decisiva”,
è «una vera beffa». La ciliegina su una legge tuttora «incostituzionale». È il
commento del procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro sulla riforma.
Si aspettava un esito diverso?
«Nessuna sorpresa, purtroppo. Il sì alla Pecorella è un degno finale di una
dolorosa stagione che ha devastato il sistema giustizia e il processo penale.
“Dalle rovine, non si alza più neanche un filo di fumo” ha commentato un mio
collega, e io condivido le sue parole».
Il suo giudizio sulle modifiche fatte dopo la bocciatura di Ciampi?
«Ancora una volta sono stati accolti solo in minima parte i suoi rilievi:
lo aveva ammesso alla Camera anche la relatrice Bertolini (Fi). L´intervento
sull´abolizione dell´appello del pm contro le sentenze di proscioglimento suona
come una vera beffa: sarà possibile solo se vengono scoperte nuove prove
decisive da presentare entro i brevi termini previsti per proporre appello.
Rimane intatta la grave violazione del principio costituzionale della parità
delle parti nel processo, che non è certo mitigata dal marginale aggiustamento a
tutela delle pretese risarcitorie delle parti civili».
Le correzioni sull´accesso alla Suprema Corte migliorano un testo
fortemente contestato dal presidente Marvulli?
«Non cambia letteralmente in nulla, anzi si aggrava, la situazione della
Cassazione che, contro le indicazioni di Ciampi, continua a rimanere un giudice
di terzo grado del merito del processo: basti pensare che il vizio di
motivazione che legittima il ricorso potrà risultare, oltre che dalla
motivazione della sentenza, da “altri atti del processo” indicati dal
ricorrente. E dunque la Corte dovrà esaminare gli atti e farsi carico della
ricostruzione anche storica dei fatti: ciò che è lavoro tipico, appunto, del
giudice del merito».
Come ha fatto il presidente Pera a definire questa «la migliore legge»
della legislatura?
«È vero che non è un giurista, ma mi chiedo se abbia letto i commenti di
Marvulli che ha puntato il dito anche contro la norma provvisoria che
paralizzerà la Cassazione per mesi e determinerà numerose scarcerazioni di
condannati in secondo grado».
Condivide le sue previsioni catastrofiste?
«Marvulli ha calcolato che saranno almeno 5mila i dibattimenti da rinviare
e che è altissimo il rischio di scarcerazioni e prescrizioni. Non bisogna
dimenticare che alcuni imputati eccellenti mirano alle imminenti prescrizioni
per risolvere i loro problemi ma, guarda caso, la legge non prevede alcuna
sospensione del termini di prescrizione».
Per lei è una legge ad personam?
«Con la tecnica della blindatura, la maggioranza ha ignorato le
osservazioni di illustri accademici ed è prevalso l´interesse politico ad
approvare una legge che è stata addirittura peggiorata rispetto al precedente
testo. Basta pensare alla cosiddetta “norma salva Mannino”: se la Cassazione ha
annullato una condanna di secondo grado successiva a un´assoluzione in primo e
ha rinviato gli atti ad un diverso giudice di secondo grado, il nuovo processo
semplicemente non si fa, muore e vive solo l´assoluzione di primo grado».
La norma transitoria è incostituzionale?
«Di certo prevede la morte dei processi in appello, persino di quelli per
cui dovesse emergere una prova decisiva. Disparità e illogicità si succedono
avvantaggiando gli imputati: almeno va dato atto al premier di avere
riconosciuto che la legge si applicherà a un noto processo che lo vede imputato
dopo l´appello del pm».
Il suo bilancio della legislatura?
«Sulla giustizia si chiude peggio di come, con le rogatorie, era
cominciata. È facile individuare interessi che si saldano e si compensano: Forza
Italia, per bocca di Pecorella, aveva attaccato nel 2004 la proposta della Lega
sulla legittima difesa, che ha votato senza problemi. È pur vero che la dottrina
si evolve ed è possibile mutare opinione…».