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13 Ottobre 2005

Affondano le quote rosa nella Cdl 180 franchi tiratori

Autore: Giovanna Casadio
Fonte: la Repubblica

ROMA – Mai una crepa nella maggioranza sulla riforma proporzionale, ad eccezione della voragine sulle “quote rosa”. Nonostante l´emendamento – una donna ogni 4 candidati, e solo una sanzione pecuniaria per le liste “maschiliste” – fosse solo l´ultima, modesta concessione del centrodestra al ministro delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo e alle parlamentari del proprio schieramento, è stato impallinato ugualmente.


Voti a favore 140, contrari 452: a fare la differenza sono stati almeno 180 “franchi tiratori” della Casa delle libertà. Anche l´opposizione ha votato contro, giudicandolo «un accordo di livello bassissimo».


Uno schiaffo sonoro, per non dovere cedere il passo alle donne, votato peraltro «senza metterci la faccia» (come vanno ripetendo amareggiate, a fine seduta, la Prestigiacomo, Daniela Santanchè, Isabella Bertolini, Erminia Mazzoni), cioè a scrutinio segreto. E dire che il premier Berlusconi – mai stato tanto presente in aula come in questi due giorni – nella tarda mattinata aveva personalmente voluto annunciare che l´accordo sulle “quote rosa” era stato raggiunto.

Un´altra blindatura riuscita, aveva fatto intendere. La legge elettorale – che spazza il Mattarellum e a cui la Cdl affida le speranze di vittoria nel 2006 – era andata avanti nell´aula di Montecitorio come un treno. Bocciati tutti gli emendamenti del centrosinistra con uno scarto minimo di 60 voti.

Tensione, cori, bagarre: a metà pomeriggio i Poli mettono in scena la battaglia dei cartelli. Dai banchi dell´Unione spuntano striscioni con lo slogan: “È la ventesima legge vergogna, perderete lo stesso”. Ma An contrattacca: ciascun deputato issa una lettera fino a comporre “Siete patetici”. Il presidente della Camera, Casini è costretto a sospendere la seduta. In Transatlantico, Menia (An) gongola: «Questi oltre ai franchi tiratori hanno le spie».

Né si spegne lo scontro sul voto segreto, dopo che il ministro delle Riforme, il leghista Calderoli aveva dichiarato di poter controllare attraverso i tabulati informatici i voti segreti. Smentisce: «Era una battuta». A Montecitorio però, dove già c´è stato il problema del “dito palese” sulle pregiudiziali di costituzionalità, si riunisce una giunta per il regolamento. Niente da fare, si va avanti.

Così su tutto: passa l´emendamento sull´indicazione del leader (e non del premier). Riformulato, perché alla Cdl le parole straniere non piacciono: quindi, si legge, con la proporzionale sarà indicato dalle coalizioni il «capo della forza politica».

Ok all´emendamento “salva Moroni”, che recupera il miglior perdente sotto il 2%. Via libera allo sbarramento al 20% per circoscrizione per le minoranze linguistiche. Non va in porto la modifica proposta da Buontempo (An) di introdurre le preferenze nel 2011. Come un sol uomo. Fino all´epilogo sulle “quote rosa” reso possibile dall´accordo trasversale dei 37 deputati maschi (della Cdl e dell´Unione) che hanno chiesto il voto segreto e i cui nomi Casini legge in aula. Fassino, il segretario Ds: «Questa è una destra maschilista, con pulsioni anti femminili che guarda le donne con paura, pregiudizio, ostilità».

Le donne dell´Unione spiegano le ragioni del loro “no”: le ds Pollastrini, Montecchi, Melandri, Bolognesi; Bindi (Dl); Deiana e le altre del Prc, Maura Cossutta e le altre del Pdci, le Verdi dicono che il compromesso «mercantile» della Cdl era «irricevibile» e si votano i loro due emendamenti. I Dl, dopo un esecutivo, solo quello sulle quote “due a una”.

Prestigiacomo, con le lacrime agli occhi, a Berlusconi e Fini strappa l´impegno a mantenere le quote nelle liste di Fi e An. Ronchi conferma: «An si comporterà come se le quote rosa fossero state approvate».

Alle colleghe dell´opposizione: «La sinistra ha una grandissima responsabilità».